Tutti la cercano, tutti la vogliono e molti la criticano. Stiamo parlando della Cassa depositi e prestiti, la società per azioni controllata all’80 per cento dal ministero dell’Economia e al 16 per cento dalla fondazioni bancarie.
La Cdp è in questi giorni protagonista sia per le operazioni che compie che per quelle che potrebbe compiere. In particolare gli appunti critici, come quelli contenuti nel manifesto-appello di intellettuali liberisti ospitati dal quotidiano Il Foglio diretto da Giuliano Ferrara, si sono appuntati nella decisione della Cassa presieduta da Franco Bassanini e guidata dall’ad, Giovanni Gorno Tempini, di rilevare il controllo di Ansaldo Energia, società che il gruppo Finmeccanica intendeva dismettere per concentrarsi nei settori della difesa, dell’aerospazio e della difesa.
Eppure l’intervento della Cdp è ritenuto da molti osservatori, oltre che dalla stessa Finmeccanica, transitorio visto che il gruppo coreano Doosan è considerato – anche sulla base del memorandum di intesa siglato tra Finmeccanica e Cdp – come partner industriale privilegiato rispetto al Fondo strategico italia (Fsi) che materialmente ha rilevato la quota di controllo di Ansaldo Energia.
L’interventismo della Cdp, giudicato in maniera critica dai liberisti, non ha però comportato alcun passo nel dossier Alitalia. Sia il presidente Bassanini che l’ad Gorno Tempini hanno rifiutato un ruolo della Cdp nel salvataggio della disastrata compagnia di bandiera. Anche perché lo statuto di Fsi, il fondo intervenuto nel caso di Ansaldo Energia, non può acquisire quote di società che sono in perdita, come è il caso della compagnia presieduta da Roberto Colaninno.
Ma la funzione della Cdp non si limita ad intervenire in operazioni legate a società controllate dal Tesoro, com’è il caso di Finmeccanica. Infatti la Cassa depositi e prestiti ha anche un ruolo nel favorire le operazioni di dismissione del patrimonio immobiliare pubblico. Infatti il governo si è avvalso negli scorsi giorni di Cdp – ai fini di portare i conti pubblici agli equilibri indicati dalle previsioni di fine anno – per trasferire dall’Agenzia del Demanio alla Cassa una serie di immobili per incassare immediatamente risorse utili.
Comunque sullo sfondo resta un nodo irrisolto per la Cassa depositi e prestiti: la trasformazione in banca su indicazioni che pare sarebbero venute dalla Banca d’Italia governata da Ignazio Visco. Una trasformazione a tutti gli effetti che da un lato prevederebbe la Vigilanza di Bankitalia sulla Cdp e dall’altro una ricapitalizzazione della stessa Cassa da parte del ministero dell’Economia, come si ricostruisce e si svela in questo articolo.
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