Lo abbiamo constatato su twitter appena saputa la notizia, e neanche con amarezza, ma proprio indignate. La vicenda di Scelta civica non può né essere liquidata con la constatazione che “sono i cattolici che hanno dato prova di temeraria arroganza scippatoria” ( non tutti i cattolici sono uguali e soprattutto squali), né con stupore. E’ il solito teatrino squallido della politica che in Italia non sa difendere né verso gli elettori / cittadini, né verso l’Europa il senso alto “del governo della città Italia”.
Il Presidente Monti come prima di lui il Presidente Berlusconi – se pur in condizioni e per ragioni diverse- non meritano di non essere ancora considerati risorse per il nostro Paese. Il dileggio al quale sono sottoposti da squallidi politichesi sono indegni per un Paese civile che debba e voglia sostenere un disegno politico di centro come in ogni democrazia compiuta. Noi insistiamo con convinzione e disponibilità poco ecumenica molto concreta. Al bipolarismo non c’è alternativa e guardiamo interessate sia per la legge elettorale piuttosto che per l’architettura istituzionale, la buona esperienza tedesca. Intanto constatiamo che maggioranze larghe continueranno ad essere una necessità, sia per l’enormità dei problemi da risolvere, che richiedono convergenza di forze e consensi, sia per lo scarsa attrattività elettorale di Pd e Pdl.
Noi siamo convinte di creare un centro politico forte poiché vi è la necessità di superare gli attuali assetti dei due poli, e in particolare Pd e Pdl a forte tendenza implosiva : un’ aggregazione al centro indurrebbe a far crollare più velocemente il binomio disastrato , inducendo riaggregazioni su basi diverse dalla vecchia dicotomia che tanti guai ha prodotto. I due cattolici Mauro e Casini se incontrano Alfano e una parte ragionevole del Pdl, saranno allora fautori di una selezione dagli antigovernativi pdl , e sarà ancor più una azione positiva se quell’aggregazione sarà capace di attrarre anche la parte moderata del Pd capitanata da Letta. Monti così potrebbe proseguire come politico sulla strada delle riforme strutturali imboccata con l’intervento radicale sulle pensioni, componente autorevole di una coalizione basata sulle riforme, costruendo insieme una vera classe dirigente.
In ultimo oggi ci occupiamo di Alitalia un po’ per dovere e un po’ per rispetto verso quei tanti piloti uomini e donne , nonchè assistenti di volo, tecnici ecc che si sono rivolti a noi per chiedere un parere sulla triste vicenda in corso legata anche ai procedimenti di cig e dunque ai loro posti di lavoro. Per onore di chiarezza cerchiamo di fare un riassunto efficace della questione che risale al 2008 quando Alitalia è stata salvata , e doveva essere l’ultima volta, dato che la parte attiva fu ceduta a una cordata di privati. Il problema vero è che si volle cancellare la concorrenza, fondendo anche AirOne, quindi salvando l’ennesimo imprenditore incapace e la solita banca che gli presta i soldi (Intesa), con la pretesa di mantenere l’esclusiva nella tratta Roma-Milano-Roma, dove sappiamo bene per diretta esperienza , che le tariffe erano impraticabili e naturalmente battute dalla concorrenza del treno ad alta velocità.
Oggi avendo annunciato l’ingresso di Poste Spa (le azioni sono tutte intestate allo Stato) in Alitalia Spa ci siamo presi l’accusa (ancora non formalizzata) di volere dare “aiuti di Stato”, che sono proibiti. Ciò però è bene saperlo avviene in un’Unione europea in cui i soldi dei contribuenti sono stati largamente utilizzati per salvare, e talora nazionalizzare, banche inglesi, francesi, tedesche, belghe. Con la Francia in cui lo Stato controlla Orange (ex France Telecom), possedendone più del 27%, e in cui la compagnia di bandiera, Air France-Klm, è posseduta per quasi il 16% dallo Stato francese e per quasi il 6 da quello olandese. Con la Germania che ha Deutsche Telekom, mantenendone in mano pubblica (Stato più Kfw, la loro Cassa depositi e prestiti) quasi il 32%. Allora se si tenta di salvare Alitalia senza per questo difendere a tutti i costi chi fino ad ora l’ha male amministrata,e con investitori che ci portano turismo e ricchezza, dobbiamo sapere che è una opportunità per il Paese poiché i dati sul turismo estero in Italia ci dicono che siamo ancora oggi il primo Paese europeo per afflusso di turisti extra UE poiché arrivano da Cina ,Brasile,Giappone,e poi Canada Russia Sudafrica ecc .
Certo dobbiamo tenere gli occhi ben aperti e non farci prendere per i fondelli (magari qualcuno lo sa ma fa finta di non sapere!) .Dobbiamo aumentare il capitale anche con un prestito momentaneo di Poste Italiane e dunque privatizzare e investire anche all’estero ma non si privatizza in Italia per nazionalizzare in Francia o Germania. Le privatizzazioni devono essere l’occasione per restituire allo Stato Italiano il ruolo di regolatore e controllore e servono sopratutto autorità autorevoli competenti e non sempre gli stessi capitani né coraggiosi né competenti che fanno fallire le imprese sottraendo risorse pubbliche. Telecom Italia ,solo ultima per disastro, umilia e marginalizza altri imprenditori e dirigenti d’azienda che invece mietono successi nel mondo e rendono ancora prestigioso il nostro Paese. Gli interessi nazionali si difendono a testa alta e senza sotterfugi. Alitalia può essere mollata o sostenuta, ma si deve dire avendo in mente quale obiettivo, in quali tempi e con quali soldi. Farla tornare pubblica sarebbe l’ennesimo sbaglio imperdonabile