Il Cavaliere è tornato a Roma con le armi in mano. Due in particolare: quelle delle fidejussioni personali sui debiti del partito e dei sondaggi riservati preparategli dalla fida Ghisleri. Alle cinque di questa sera andrà in onda la corrida nell’arena dell’ufficio di presidenza del Pdl: resta da vedere se il delfino Alfano farà la parte del toro e, soprattutto, se la vorrà davvero interpretare. I picadores non mancano, ma anche in questo caso, è difficile dire da che parte stiano nella variegata rappresentanza faunistica pidiellina, chi sono quelli mossi da una sincera visione ed ideale politico o coloro che invece si prestano al gioco delle parti per un più banale seppur comprensibile opportunismo personale, leggi i tengo famiglia.
Su ciò che accadrà, valgono alcune regole dell’attività di un partito: occorrono risorse economiche e mediatiche, saper agire con il giusto tempismo, fare tesoro delle esperienze passate imparando dagli errori commessi e, soprattutto, essere ben consapevoli di chi è in grado di prendere i voti, ovvero di portare il partito al successo elettorale. Il resto, fuori da ogni altra considerazione e contenuto di programma politico, conta poco quando ci si trova alle prese con discussioni e querelle interne.
Pare che Alfano abbia chiare quelle semplici regole e non sia propenso a cedere alle sirene dei separatisti, così come Berlusconi non è certo tipo da farsi condizionare, avvilire o abbattere da vicende estranee alla politica legate ad uno show mediatico giudiziario del quale il caso De Gregorio, grottesco e destinato alla prescrizione, è solo l’ultimo degli episodi.
In sintesi, se prevarrà il buon senso, ovvero l’obbiettivo di soddisfare le aspettative del pubblico elettore di centrodestra, finirà che il toro ed il torero – decidete voi chi dei due nei singoli ruoli – si guarderanno negli occhi con reciproco rispetto, consci che la buona sorte dell’uno dipende dall’altro. Il momento della verità non coinciderà con la morte di uno dei due protagonisti ed i molti picadores rientreranno nel loro posto di comprimari, o forse alcuni abbandoneranno l’arena in cerca di nuovi ruoli in altri partiti, pardon spettacoli.