Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Caro direttore, complimenti per l’indiscrezione sulla nuova iniziativa giornalistica e politica a cui sto dando vita assieme ad altri. Come tutte le indiscrezioni contengono qualcosa di vero, qualcosa di verosimile e qualcosa di troppo.
Posso confermarle che si tratta di un nuovo quotidiano on-line che sarà in rete a novembre, che vedrà lavorare una squadra di giovani tanto motivati quanto competenti (tolto me, l’età media è inferiore ai 30 anni), che ha in mente di contribuire alla nascita di un nuovo centrodestra competitivo, mentre l’attuale è giunto ormai al crepuscolo, la cui identità non sarà tanto quella laica, liberista e libertaria (cosa che ci farebbe somigliare a una versione di seconda classe del Partito Radicale) quanto quella che in tutto il mondo occidentale è definibile quale sostenitrice di un capitalismo popolare.
Il nostro modello di riferimento è Margaret Thatcher e siamo convinti che sia indispensabile ad un nuovo centrodestra da costruire un tipo di leadership determinato nelle riforme fiscali, economiche, sociali e istituzionali. “This lady is not for turning” (questa donna non torna indietro) diceva la figlia del droghiere quando tutto il suo partito la criticava per aver iniziato il suo mandato in modo impopolare, sfidando gli ostacoli e le resistenze.
Il centrodestra italiano, a cui pure dei meriti andranno riconosciuti, ha sempre ceduto alle resistenze opposte dal sistema e ha costantemente invocato alibi per non aver realizzato la “rivoluzione liberale” e aver percorso la “conservazione statalista”.
Oggi avviamo il nostro lavoro su Facebook e Twitter. E tra le prime cose che pubblicheremo ci sarà il confronto tra due politiche: da una parte la privatizzazione di British Airways del 1987 e la possibile privatizzazione di Royal Mail che in questo momento il governo Cameron sta per avviare, dall’altra la rinazionalizzazione di Alitalia attraverso Poste Italiane. La cosa interessante è che questo confronto lo riprendiamo dal Sussidiario.net, il quotidiano della fondazione per la sussidiarietà, il cui braccio politico è l’Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà costituito nel 2003 da Maurizio Lupi ed Enrico Letta. Ecco un esempio di chi persegue la conservazione statalista invocando la rivoluzione liberale. E cerca quotidiani alibi.
Al di là dei nomi, chi condivide questo metodo, prima ancora che queste idee, sarà con noi, che non siamo un partito, ma un luogo reale per discutere e ricostruire qualcosa che è stato distrutto da chi lo ha inventato.
Cordialmente
Giorgio Stracquadanio