Pubblichiamo grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori l’articolo di Cesare Maffi apparso sul quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi
È stata colpa dei tempi: tempi di ultimazione dei lavori governativi e tempi di chiusura nelle redazioni. Martedì il Consiglio dei ministri ha ultimato i lavori poco prima di mezzanotte, cosicché i giornali sono usciti, mercoledì, riferendosi a bozze della legge di stabilità contradditorie e incerte rispetto al testo finale (che fra l’altro viene riempito con qualche giorno di lavoro).
Ecco perché la stampa di centro-destra aveva usato toni nell’insieme morbidi e prudenti. Il giudizio sulla ex finanziaria era, in sintesi, di peccare di democristianeria, con ammiccamenti qua e là e conclamata incapacità di risolvere i problemi. Ieri, tutt’altra solfa.
Libero impiegava le prime sette pagine in un crescendo di attacchi. Spiegando il titolone di apertura «Le tasse nascoste nella manovra», il direttore Maurizio Belpietro era scatenato contro «giochi di prestigio», «manovra pauperista» e simili, concludendo: «Niente è sicuro tranne che ci stanno per fregare». Girellando fra i titoli, si spaziava da «Stangata invotabile» a «Salasso sui conti correnti», da «patrimoniale sui pensionati» all’addio «al taglio degli sprechi sanitari», da «Proprietari nel mirino» all’annunciato «aumento delle sigarette». Anche i pezzi incentrati sui partiti tornavano a occuparsi della stabilità: «Le tasse di Letta fan ripartire la faida Pdl».
Passando da Milano a Roma, ecco Il Tempo. Ostile alla legge, senz’altro, ma de-dicandole soltanto la seconda pagina, col titolo «Colpito il ceto medio, risparmiata la casta». Individuati due settori malmenati: «Ancora una volta bastonata la casa. Pagheranno i pensionati». Quanto al Foglio, in questi giorni all’Elefantino premono soprattutto il papa e la contestazione dei Tea party a Obama; per il resto, c’è interesse essenzialmente contro il «riflusso statalista» (per la mano pubblica su Alitalia, ma non solo).