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Giornale, Libero e Foglio marciano disuniti sulla strada di Arcore

La bomba che ieri con un colpo da maestro Silvio Berlusconi ha disinnescato all’ultimo secondo forse scoppierà comunque. Il voto di fiducia del governo Letta ha rivelato un centrodestra per la prima volta spaccato, per la prima volta non indissolubilmente legato alle sorti del suo leader. Un tema che ovviamente viene sviscerato da tutti i giornali, in particolare da quelli dell’area di riferimento. Ma Giornale, Libero e il Foglio affrontano con sfumature diverse la questione.

Il Giornale è il più duro nei confronti di Angelino Alfano e dei “diversamente berlusconiani”. L’attacco è frontale. Dopo il sobrio titolone a nove colonne scelto ieri, “Alfano tradisce”, anche oggi il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti batte sullo stesso terreno. “Caccia ai berlusconiani” è intitolato il suo editoriale dove i termini più ricorrenti non lasciano spazi a interpretazioni: congiura, tradimento, complotto. I dissidenti del Pdl vengono poi liquidati con “partitino di Alfano” e descritti in maniera tranchant. Così, nella penna di Sallusti, Fabrizio Cicchitto (il suo co-protagonista della lite a Ballarò che ha fatto il giro del web) è “con la bava alla bocca contro Berlusconi e applauditissimo dalla sinistra” mentre Roberto Formigoni viene ritratto come ingrato perché “salvato dalla furia manettara della Procura di Milano dall’elezione a senatore voluta da Berlusconi” (tesi peraltro già cavalcata ampiamente da Daniela Santanchè ieri a Otto e mezzo). E comunque, avverte il quotidiano di via Negri, aspettate a cantare vittoria “signori democristiani”: “prima o poi dovrà succedere di passare alle urne”.

Libero è molto più prudente nel trattare la vicenda. Dipinge con ironia la “piroletta di Silvio”, scegliendo come vignetta in prima pagina una trottola con il volto di Berlusconi. E nel suo editoriale, il direttore Maurizio Belpietro, analizza la giornata di ieri ponendosi molte domande e mettendo al centro la scommessa che ora attende Letta e il suo esecutivo: non più accarezzare ma risolvere i problemi. “Se così non fosse, non avrebbe perso Berlusconi e nemmeno i falchi. Avrebbero perso tutti, colombe comprese”, commenta.

Ancora una lettura diversa per il Foglio che appare invece più scettico, senza però la rabbia registrata sul Giornale, nel commentare la mossa di Alfano. Quello di ieri è “l’8 settembre della destra italiana”, scrive il direttore Giuliano Ferrara ma a sorpresa “Mussolini ha votato l’ordine del giorno Grandi”. Così l’Elefantino passa dalla “resistenza alla commedia”, dalla “bella morte alla bella vita” e non ci si può far niente, “è Berlusconi, bellezza”. Nel suo finale però emerge tutta la distanza che separa Ferrara dai “diversamente berlusconiani”: “Se questa è la nuova destra europea, il nostro cuore batte a sinistra, estrema sinistra”. E non è un caso che sul Foglio oggi, venga ospitato l’intervento del falco Sandro Bondi ieri in Parlamento, un discorso a cuore aperto e a spada tratta “contro il governicchio”.



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