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Il duplice filo rosso della Iuc

 

Una vittima collaterale delle manifestazioni anti-Tav è stata la IUC – Istituzione Universitaria dei Concerti – che da sessantanove anni organizza una delle più prestigiose stagioni di musica da camera italiane, ospitata dall’Università la Sapienza nella sua storica Aula Magna, una sala da mille posti con una splendida acustica. Il concerto inaugurale – un viaggio nella musica del Settecento de ‘I Turchini’ diretti da Antonio Florio con la partecipazione di Roberta Invernizzi è saltato in quanto l’Università è stata chiusa per ragioni di sicurezza. L’inaugurazione, quindi, avverrà il 22 ottobre. Sarà Salvatore Accardo a far risuonare le note dei concerti per violino più amati del periodo barocco, il dolcissimo Concerto grosso “Fatto per la Notte di Natale” di Corelli (nel tricentenario della morte del compositore che tanto contribuì alla gloria musicale di Roma) e gli estrosi Concerti delle Stagioni del veneziano Vivaldi.

Tra questi capolavori del passato si ascolterà una novità assoluta, commissionata da IUC e Fondazione Pirelli a Silvia Colasanti, la giovane compositrice romana affermatasi come una delle personalità più interessanti della nuova musica: è Capriccio a due, scritto per Accardo e Laura Gorna, che ne saranno gli interpreti insieme all’Orchestra da Camera Italiana, fondata da Accardo stesso
I concerti della IUC si rivolgono alla città intera ma sono attenti in special modo agli interessi di un pubblico giovane e vivace come quello degli studenti universitari. Naturalmente il programma ha i suoi pilastri nei grandi autori classici, ma vengono esplorati anche epoche ed autori meno frequentati e uno spazio particolare è dato ai compositori contemporanei e ai giovani interpreti, né mancano escursioni al di fuori dei territori della “classica”.

Ogni stagione della IUC è dunque un viaggio attraverso la musica, che trasporta l’ascoltatore in luoghi, epoche e stili diversi. Il duplice filo rosso della musica antica e di quella moderna e contemporanea torna altre volte nel corso della stagione.
Il 5 novembre, in collaborazione con Fondazione Spinola Banna per l’Arte, il Seicento di Gesualdo da Venosa (nel quarto centenario della morte) dialoga con gli autori nostri contemporanei, Francesco Filidei e Noriko Baba (con due prime esecuzioni a Roma) e Salvatore Sciarrino. Un dialogo tra epoche lontane apparentemente impossibile, ma Gesualdo è stato un precursore geniale, che ha suggestionato tanti artisti contemporanei. Anche in questo caso gli interpreti sono quanto di meglio offra il panorama musicale: i Neue Vocalsolisten Stuttgart, un gruppo di ricercatori animati dall’ideale di esplorare la musica a trecentosessanta gradi, sempre sotto il segno di un’assoluta perfezione esecutiva.

Sono molti i grandi interpreti di cui è costellata la stagione della Iuc. Marc-André Hamelin è acclamato per il suo virtuosismo trascendentale: ne darà prova in musiche scritte da lui stesso, da Liszt e da Alkan. Il pianista canadese è uno specialista di questo compositore francese del secondo Ottocento, genialoide ed eccentrico, riscoperto solo recentemente, soprattutto per merito di Hamelin, uno dei pochi a poter eseguire le sue composizioni traboccanti di inimmaginabili difficoltà (26 ottobre, in collaborazione con Palazzetto Bru Zane). Un altro grande virtuoso della tastiera, Michele Campanella, ha ideato un programma intitolato “Chopin vs Liszt”, impaginandolo come un confronto ravvicinato tra quei due grandi amici-rivali (18 febbraio) Un pianista assolutamente fuori dall’ordinario è Uri Caine, un grande del jazz che ha rivisitato anche monumenti della musica classica, come le Variazioni Goldberg di Bach, e che rielabora le sue vastissime conoscenze musicali con uno stile decisamente creativo. Sarà lui, insieme al batterista olandese Han Bennink, a chiudere la stagione il 27 maggio con un concerto intitolato “Sonic Boom”, come il loro recente cd. È la prima volta che suonano insieme a Roma.
Non solo famosi pianisti ma anche big di altri strumenti. È uno dei più grandi chitarristi attuali, forse il più grande, Manuel Barrueco, virtuoso del suo strumento, ma ammirato ancora di più per lo stile e la capacità di comunicare, che potremo apprezzare il 25 marzo in un programma che spazia dal Settecento di Bach e Scarlatti ai colori spagnoli di Albéniz e Turina.

La violinista olandese Janine Jansen ha debuttato a Roma proprio nell’Aula Magna, dove tornerà il 5 aprile. È ancora giovane ma già famosa e richiesta in tutto il mondo: nella sola stagione 2012-2013 è andata in tournée con London Symphony e Gergiev, Münchner Philharmoniker e Maazel, Concertgebouw e Dutoit. La ascolteremo in Schubert, Brahms, Chausson e Janá ek col pianista Itamar Golan come accompagnatore di lusso
Questa serie di grandi interpreti prosegue con Jordi Savall, specialista della musica rinascimentale e barocca, spinto da un inesauribile interesse per la musica del passato ad esplorare mondi musicali lontani e dimenticati. Il 14 gennaio propone ”Spirito d’Armenia”, affiancando al suo gruppo Hespèrion XXI alcuni musicisti armeni, eredi di quella antica e sconosciuta tradizione musicale.

Il Brodsky Quartet – noto anche per aver collaborato con celebrità del mondo pop e rock, come Björk, Elvis Costello e Paul McCartney – è stato tra i primi a scoprire i Quartetti di Šostakovi negli anni Ottanta, quando in occidente quasi nessuno li eseguiva e non si sospettava che fosse uno dei più importanti cicli quartettistici del XX secolo. Dopo averli eseguiti in tutto il mondo li porta ora anche alla IUC, nei due concerti “Intorno a Šostakovi ” (28 gennaio e 25 febbraio).
Benedetto Lupo si è affermato giovanissimo in una serie di concorsi pianistici internazionali ed ora è ospite delle più prestigiose sale da concerto d’Europa, America e Asia ed è considerato uno dei talenti più interessanti e completi della sua generazione. Il 26 novembre Brahms e aikovskij gli daranno modo di dimostrare la sua grande sensibilità interpretativa, riconosciutagli anche dal New York Times.
L’attesa per questi grandi interpreti è forte, ma non inferiore è l’interesse per
i giovani talenti. Ha appena ventuno anni Leonora Armellini e già ha vinto vari premi ma tiene particolarmente a quello assegnatole per “la straordinaria musicalità e la bellezza del suono” al Concorso “Chopin” di Varsavia del 2010. Senza dubbio molti la ricordano per la sua apparizione a Sanremo nel 2013, quando ha eseguito Chopin di fronte a 155 milioni di spettatori in mondovisione. È dunque chiaro che il suo autore prediletto è Chopin, cui dedica interamente il suo concerto del 15 marzo.
La Iuc si è sempre distinta per la speciale attenzione riservata ai giovani musicisti e quest’anno vara – in collaborazione con la Fondazione Alessandro Casagrande – una speciale iniziativa per promuovere i nuovi talenti: in occasione della 30a edizione del Concorso Pianistico Internazionale “A. Casagrande” di Terni, ospita per la prima volta a Roma il concerto dei finalisti, che saranno accompagnati dall’Orchestra Sinfonica Abruzzese diretta da Marco Zuccarini (24 maggio).
Al termine del concerto sarà proclamato il vincitore, che andrà ad aggiungere il suo nome all’albo d’oro del concorso, accanto a pianisti oggi ai vertici del concertismo internazionale, come Alexander Lonquich, Ivo Pogorelic e Herbert Schuch: quest’ultimo, oggi trentaquattrenne, ritorna l’8 febbraio alla Iuc, che lo ospitò per il suo debutto romano all’indomani della vittoria del “Casagrande” e di altri due importanti concorsi a Londra e Vienna. Esegue musiche di Janá ek e Schubert (ricordiamo a questo proposito il suo recente successo alla Schubertiade di Hohenems Anche quest’anno la IUC ospita alcuni debutti eccellenti. Come Gabriela Montero, la pianista venezuelana celebre in tutto il mondo e David Greilsammer, pianista israeliano ma anche direttore dell’Orchestra da Camera di Ginevra,

Meritano una segnalazione speciale alcune orchestre da camera di grande livello, a cominciare dalla Camerata Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam, la Franz Liszt Chamber Orchestra, l’EUBO-European Union Baroque Orchestra , l’Ensemble Zefiro.
Assolutamente fuori da ogni schema i Mnozil Brass, il più eccentrico e imprevedibile gruppo di ottoni del mondo, che affronta con lo stesso spirito Mozart e il rap, Bach e i Queen, combinando in una miscela irresistibile virtuosismo e comicità. Questi musicisti austriaci sono già famosi in tutto il mondo ma non hanno mai suonato a Roma e quindi l’8 aprile sarà la loro prima volta davanti al pubblico romano.
Da non mancare anche i tre appuntamenti di “Musica Pourparler”, matinée aperte a tutti gli appassionati ma dedicate specialmente agli studenti, per avvicinarli in modo simpatico e coinvolgente alla grande musica, attraverso i racconti e le esibizioni dei suoi protagonisti.

 



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