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Il Sole arrostisce Draghi

Una gragnuola di rilievi, critiche e accuse che neppure un acerrimo avversario di Mario Draghi e della Banca centrale europea avrebbe potuto pensare. Eppure la gragnuola – chiara, approfondita e informata – è stata scaraventata sull’Eurotower dalla prima pagina del solito cauto (e a volte fin troppo paludato) Sole 24 Ore.

Il quotidiano diretto da Roberto Napoletano oggi apre la prima pagina con un editoriale dell’economista bocconiano Donato Masciandaro, da anni esperto di politiche monetarie e di banche centrali. Un professore che si sforza, e quasi sempre ci riesce, di essere didascalico e pure frizzante per rendere commestibile ai più una materia complicata.

La ruvida chiarezza del prof.

Ma questa volta la chiarezza fa rima anche con durezza. Ecco quello che Masciandaro ha scritto sulla comunicazione di ieri della Bce presieduta da Mario Draghi con cui ha annunciato l’avvio di nuovi test sugli attivi delle 130 banche europee, di cui 15 italiani: gli istituti dovranno avere un rapporto minimo fra patrimonio di base e impieghi ponderati per il rischio (Core tier ratio) dell’8 per cento.

Come le Borse hanno giudicato il documento della Bce

Masciandaro nell’editoriale sul quotidiano di Confindustria inizia ricordando che alla pubblicazione del documento della Bce è stata attribuita una cattiva accoglienza da parte dei mercati, soprattutto per quello che riguarda i titoli bancari. Da qui il giudizio dell’economista bocconiano: “Un passo falos”, quello della Bce. E ancora: “Non è un buon inizio per il cammino ignoto che porterà la Bce a diventare il Supervisore unico europeo”.

La metafora di Masciandaro

Masciandaro ricorre a una metafora per spiegare il compito dell’istituto centrale con sede a Francoforte: “La Bce da buon medico ha dichiarato che prima definirà quali sono i sintomi della malattia chiamata rischiosità, poi visiterà i 130 pazienti e infine cercherà di capire quanti di questi possono ammalarsi in condizione di stress in modo da prevenire morti improvvise, prescrivendo le giuste medicine, che verranno fornite dal mercato, dagli Stati nazionali e dall’Europa”.

La comunicazione draghiana

E’ una comunicazione sorprendente?, si chiede l’economista sul Sole. Risposta: no. E’ una comunicazione efficace? Assolutamente no, risponde Masciandaro che, da questa risposta, inizia a sollevare rilievi, dubbi e critiche all’operato della Bce. “Negli ultimi mesi abbiamo assistito al passaggio dall’annuncio della politica – che può essere uno strumento efficace – alla politica dell’annuncio, che al massimo non serve a niente, e sovente aumenta solo l’incertezza e la volatilità”. Anche se forse in questo caso Masciandaro tralascia gli effetti calmieranti e rassicuranti che ha avuto la nota dichiarazione di Draghi con cui garantì che la Bce avrebbe fatto di tutto per salvare l’euro.

Che cosa chiedono i mercati

Detto questo, Masciandaro prosegue scrivendo che “i mercati vogliono informazioni su come i supervisori giudicano le banche. Continuando con la metafora, il paziente sarà sano o malato a seconda di quale metrica del rischio il dottore sceglierà, come la applicherà, come valuterà la robustezza del malato. Fatta la scelta, al mercato poco importa se sia quella giusta o sbagliata, tanto chi vive e chi muore lo decide il dottore”. “Poi più avanti – prosegue l’economista bocconiano nel suo commento sul Sole 24 Ore – si scoprirà se il medico aveva ragione o meno”. Da qui l’importanza per la nuova Vigilanza europea – scrive Masciandaro – di partire con il piede giusto: “Occorre annunciare in modo immediato e completo le regole della individuazione, applicazione e valutazione della metrica del rischio”.

Conclusione e consiglio

E’ un passaggio fondamentale, secondo l’economista bocconiano: “Già il percorso della Bce come autorità di vigilanza è ostacolato dal dipendere da altri attori, vedi per tutte l’incognita sul disegno delle politiche di risoluzione delle banche. Se all’incertezza si aggiunge incertezza, meglio rallentare, o fermarsi, piuttosto che rischiare di tagliare il ramo dove si è seduti”.



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