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Il telefono di Merkel non è la priorità dell’Europa

Questo editoriale di Federico Guiglia è uscito oggi su L’Arena di Verona, il Giornale di Vicenza e Brescia Oggi

Non della crescente e soprattutto giovanile disoccupazione nel Vecchio Continente. Neppure dell’immigrazione disperata che si aggrappa a Lampedusa, ultima isola e ultimo sogno di tanta gente per non morire. Nemmeno di un’economia ancora malconcia e sottoposta allo stress dello spread.

Macché: all’ultimo Consiglio dei capi di Stato e di governo dell’Unione europea, Lorsignori hanno invece discusso a lungo del telefonino di Frau Angela Merkel. Come se la scoperta – e sai che scoperta – che gli americani hanno spiato i loro amici europei, cancellieri tedeschi in testa, fosse il problema numero uno in questo momento.

Il momento drammatico del lavoro che non c’è, dei popoli del mondo che si muovono per cercarlo, dei governi che non sanno più cosa fare per inventarselo. Ma loro, i massimi rappresentanti dell’Europa riuniti in vertice, ieri l’altro si sono dedicati alla questione planetaria degli 007. Chiedendosi tutti: ma Obama sapeva o non sapeva delle intercettazioni? Chissà, forse si attendevano che anche lui, come il più celebre Sean Connery, rispondesse: “Mi chiamo Obama, Barack Obama”.

Con tutto il rispetto per il sacro principio della riservatezza, che non per caso gode di tutela costituzionale anche in Italia (dove pure non si nega un’intercettazione a nessuno), la politica europea e italiana dovrebbero imparare a cogliere le priorità dei loro rappresentati.

Tranne i diretti interessati, che sono i soggetti ingiustamente e anche un po’ stupidamente ascoltati dal Grande Orecchio (quale segreto inconfessabile, per dire, avranno mai carpito e capito da Frau Angela?), non c’è un solo europeo disposto ad anteporre tale indiscutibile questione di principio alle difficoltà concrete vissute di giorno in giorno. E’ evidente che la sola idea di essere ascoltati al telefono o nelle private conversazioni in casa o in ufficio e, oltretutto, senza neppure capir ancora bene da chi e perché, fa rabbrividire. E che tale pratica venga, inoltre, promossa da alleati nei confronti di alleati fa ben più che indignare: fa piangere.

Ma una volta chiarito il concetto e chiaritisi a muso duro i protagonisti, come Frau Angela ha fatto con 007 Obama, strapazzandolo dal proprio cellulare (che bella ripicca!), proviamo a voltare pagina. D’accordo, guai a loro se ficcheranno ancora il naso dove e con chi non devono. Ma sarebbe altrettanto importante che, ai massimi livelli dell’Unione nostra e cara, lo stesso impegno venisse profuso per farci uscire dalla crisi, dando un futuro ai giovani.

Poi dedichiamoci pure a Goldfinger.

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