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Israele, perché i negoziati accelerano (e il governo s’infiamma)

Nonostante le proteste dei famigliari delle vittime, Israele ha approvato la liberazione di 26 prigionieri palestinesi che domani sera torneranno in libertà. Si tratta del secondo gruppo dei 104 detenuti che il premier Benjamin Netanyahu si è impegnato a scarcerare negli accordi dei negoziati di pace con la Palestina. Alla trattativa ha partecipato tre mesi fa il Segretario di Stato americano, John Kerry.

I 26 prigionieri (21 provenienti dalla Cisgiordania e cinque dalla Striscia di Gaza) erano stati condannati dai 19 ai 28 anni per attacchi commessi prima del Trattato di Oslo del 1993. “I prigionieri liberati che ripeteranno azioni terroristiche saranno nuovamente detenuti e sconteranno per intero la condanna che avevano ricevuto”, ha comunicato l’Ufficio del premier israeliano.

Secondo il quotidiano The Times of Israel, fonti ufficiali israeliane e palestinesi hanno confermato che dopo la scarcerazione si riprenderanno i dialoghi di pace. La notizia è stata anche confermata dall’agenzia di notizie palestinese Maan.

Gli accordi
La liberazione è stata autorizzata da Israele dopo una votazione che è finita con il voto a favore di 13 ministri, tra cui lo stesso Netanyahu, sette contrari e due astenuti. Tzipi Livni e Netanyahu hanno anche fermato un disegno di legge che cercava di proibire in futuro la scarcerazione di detenuti. Per questo, nel suo partito, Bait Yehudi, la Livni è stata accusata di “incitare alla violenza”. “Bisogna fare attenzione alle parole che si usano, perché possono provocare disgrazie. Se non si è d’accordo con quello che fa il governo, ci si più dimettere”, ha detto Amir Peretz, ministro dell’Ambiente e numero due del Bait Yehudi.

In totale saranno scarcerati 104 detenuti, secondo l’annuncio del ministro degli Affari penitenziari palestinese, Issa Qaraqe. Gli altri saranno in libertà il 29 dicembre e il 28 marzo prossimi.

Le proteste
La scarcerazione ha provocato diversi scontri nella coalizione di governo israeliana. Hanno protestato il partito Bait Yehudi e alcuni ministri. Il deputato Ayelet Shaked ha ricordato che nell’ultimo mese sono stati uccisi tre cittadini israeliani. “Dopo l’aumento degli attacchi terroristici delle ultime settimane, che hanno tolto la vita a diversi israeliani, è un errore liberare altri assassini”, ha detto.

Tzipi Livni, il ministro della Giustizia e capo della delegazione israeliana ai negoziati per la pace, è uno dei bersagli dei critici. “La liberazione dei terroristi in cambio dell’incontro della Livni con Saeb Erekat (capo della delegazione palestinese) è molto grave”, si legge nel comunicato di Bait Yehudi, partito che si oppone alla liberazione dei prigionieri e alla creazione dello Stato palestinese.

L’Associazione delle vittime del terrorismo, Almagor, ha convocato una manifestazione di protesta lunedì, di fronte al carcere di Ofer, da dove usciranno i 26 detenuti. Secondo l’organizzazione di difesa dei diritti dei prigionieri Addameer, ci sono 5.007 palestinesi detenuti in Israele, di cui 137 sono in attesa di un processo, 180 sono bambini e 12 donne.

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