Ogni categoria di crimine conosciuto, e derubricato, è in calo. In Inghilterra. Tanto di cappello. Eppure, a due reati le guardie di Sua Maestà non riescono proprio a porre un freno. E così, ci sono per le strade del Regno Unito sempre più ladri di biciclette e borseggiatori a piede libero. Più di quanti non ce ne fossero 30 anni fa.
Non è la sceneggiatura di un nuovo film neorealista (anche se il ripetersi delle condizioni socio-economiche potrebbero pretenderlo), tanto caro ad una parte importante del nostro miglior cinema.
Sono invece gli ultimi dati a disposizione dell’ufficio nazionale statistiche del Regno Unito sulle attività di riduzione dei reati in UK che mettono in evidenza “un continuo giro di vite del Paese sui crimini di ogni genere”. L’intera linea è vincente: la criminalità è ai livelli più bassi nella società dal 1981. Ma nonostante la repressione in generale, funzioni, i furti di biciclette e il borseggio continua a prosperare.
Una spiegazione, più o meno, scientifica non c’è. Anzi secondo un’analisi economica, a fronte dei tassi in calo per i crimini tradizionali, la ‘triste’ realtà è che le famiglie non hanno più tanto da farsi rubare. E quello che si trova nelle case da un lato fa meno ‘gola’ che in passato, dall’altro non è più tanto facile riuscire a liberarsene rivendendolo. Così anche i crimini, si potrebbe dire, non sono più quelli di una volta.
A differenza degli altri reati, lo scippo e il furto di biciclette invece hanno mantenuto un alto interesse presso i malfattori. Il primo rende comunque sempre qualcosa, fosse soltanto anche solo un ‘penny’; il secondo viaggia di pari passi con la diminuzione dei furti d’auto, ormai sempre più difficili per via dei super-antifurto e dei satellitari di bordo. Con entrambi insomma ci si rimedia qualcosa comunque in cambio dello sforzo fatto.
In ogni caso bisogna dare atto alle autorità inglesi aver notevolmente ridotto la criminalità in tutto il Paese, che si è dimezzata sia in Inghilterra che in Galles negli ultimi 20 anni.
Bici e borsette a parte.
