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Al Festival dell’Acqua l’augurio del Presidente Grasso

Cari amici,
mi dispiace non poter essere presente con voi in occasione dello spettacolo “Per non morire di mafia”, ma la decisione di rendere omaggio alle 1910 vittime della tragedia del Vajont, che proprio da un’onda di acqua e fango vennero travolte 50 anni fa, mi rende impossibile essere con voi stasera.
In occasione del Festival dell’acqua desidero esprimere il mio sincero plauso per questa manifestazione che costituisce una preziosa occasione per porre una maggiore attenzione sul delicato tema dei rapporti tra legalità e acqua.
L’acqua non è come la terra, non può essere di proprietà. E’ un bene fondamentale e necessario ed è un bene comune, peraltro in crescente penuria. Come tale, il suo sfruttamento e la sua distribuzione alla cittadinanza ha degli inevitabili risvolti economici e richiama troppo spesso le attenzioni della criminalità organizzata.
Sempre più spesso le mafie cercano di inserirsi attraverso fenomeni corruttivi nell’intero ciclo dell’acqua, per avere in tal modo il controllo delle energie e quindi anche del territorio. A ciò fa da contraltare la nota scarsa efficienza dei sistemi idrici italiani, che comporta la dissipazione e lo spreco di questa preziosa risorsa. serve da parte di tutti i cittadini un atteggiamento di maggiore consapevolezza rispetto all’uso e all’abuso delle risorse idriche. Ma anche le istituzioni devono fare la loro parte, investendo di più nella manutenzione e nell’adeguamento dei sistemi idrici, promuovendo la massima trasparenza nelle procedure di appalto per l’assegnazione dei servizi idrici, vigilando affinché gli enti di gestione non vengano contaminati dalle infiltrazioni mafiose.
Sono certo che la manifestazione da voi promossa contribuirà non solo a diffondere una cultura della legalità, ma anche a sensibilizzare la politica e l’opinione pubblica del nostro paese sulle questioni ambientali e sul valore sociale e comunitario dei beni comuni come l’acqua.
Augurando pieno successo all’iniziativa porgo a tutti gli intervenuti i miei più cordiali saluti, e spero che mi possiate sentire presente anche attraverso il mio “alter ego” Sebastiano Lo Monaco.

Pietro Grasso
Presidente del Senato



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