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Tutti al Quirinale a parlar di legge elettorale

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo la nota politica di Marco Bertoncini apparsa sulll’edizione odierna di Italia Oggi, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi.

Il vertice al Quirinale sarebbe ordinario in Francia: il presidente della Repubblica convoca all’Eliseo i politici responsabili della «sua» maggioranza, li coordina, dà gli ordini. In Italia, francamente, è una novità che al Colle vadano ministri, capigruppo senatoriali di maggioranza e una presidente di commissione. Il tutto, per trattare della riforma elettorale, incardinata a palazzo Madama.

La riunione non è andata giù ad alquanti oppositori, in primis la Lega. Tutti i torti i contestatori non li hanno. Il capo dello Stato ha mille ragioni per sollecitare la riscrittura della legge elettorale, posto che al comune sentire ripugnano sia la conquista del 55% dei seggi a chi abbia riportato meno del 30% dei voti, sia la nomina di parlamentari in liste bloccate di venti o quaranta nomi. Tuttavia, passare dai ripetuti interventi esterni a una consultazione poco istituzionale e molto politica solleva forti riserve.

Andando oltre questa notazione costituzionale (che rimarca l’ennesima trasformazione, de facto, in repubblica semipresidenziale), va detto che forse, o anzi quasi certamente, l’inusuale chiamata al Quirinale servirà a smuovere la limacciosa situazione in cui versa la riforma elettorale. Sarà difficile, a questo punto, che i partiti di maggioranza non si decidano a fare passi avanti, dopo mesi di totale stasi.

Continua la lettura su Italia Oggi.


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