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L’euro è il cappio dell’Europa

Con l’autorizzazione del gruppo Class Editori pubblichiamo il commento di Edoardo Narduzzi apparso sul quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi.

Un paradosso, di quelli che dovrebbero far riflettere molto, si aggira per l’eurozona: mentre la moneta unica continua a rivalutarsi, l’Europa arretra in molte classifiche internazionali. Una moneta sempre più forte contro il dollaro, lo yen, il real, il rublo ma anche espressione di un’area geografica le cui università perdono posizioni nelle classifiche mondiali sulla qualità dell’insegnamento superiore e dove la propensione a brevettare e creare opere dell’ingegno segna il passo anche nei confronti degli asiatici.

L’eurozona, poi, continua a non essere in grado di dar vita a startup di successo con la stessa velocità degli Usa. Twitter che prepara una quotazione da un miliardo di dollari, cifra che sarebbe da record per un IPO di un’impresa innovativa nell’eurozona, è la norma o quasi oltreoceano.

L’eurozona ha sempre più giovani disoccupati, quindi spreca potenziale produttivo, meno grandi imprese tra i colossi mondiali ed una crescente difficoltà ad attrarre capitali internazionali, eppure la sua moneta continua a rivalutarsi. Di circa il 20% dallo scorso marzo contro il real brasiliano, del 17% sullo yen giapponese, dell’8% sul rublo, del 4% sulla sterlina britannica, perfino del 3% sul dollaro indicato, dalla maggioranza degli esperti, come sopravvalutato a doppia cifra da tempo.

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