L’operazione militare “Mare nostrum” che coinvolge in prima fila la Marina Militare Italiana nella sorveglianza dei flussi di (tutela dei) migranti e nel pattugliamento delle coste è solo propaganda del Governo e del Ministro Mauro?
E’ questo il dubbio che serpeggia tra i principali sindacati.
“Si fa un gran parlare dell’operazione “Mare nostrum” al punto che poco fa lo stesso
ministro della Difesa Mauro ha annunciato l’inizio dell’operazione umanitaria nel
Mediterraneo. E’ singolare, però, che tuttora alla Marina Militare non siano stati assicurate le risorse necessarie a supportare l’impiego di uomini e mezzi nel vasto braccio di mare interessato”.
Sono queste le dure parole del segretario nazionale della Uilm Mario Ghini.
“All’operazione umanitaria, che è anche di sicurezza –ha continuato Ghini- partecipano complessivamente 6 navi della marina militare, ognuna con equipaggi da 80 fino a 250 uomini, con elicotteri a lungo raggio. Si tratta di uno sforzo economico notevole che andrebbe specificatamente coperto nella suddetta Legge, oltre alla determinazione e ad un più concreto ed incisivo impegno per il riammodernamento della flotta militare rivitalizzando la (attraverso) la cantieristica nazionale, dando occupazione nel settore e contribuendo alla crescita del PIL. La Marina Militare sarà sempre più frequentemente impegnata in compiti a livello internazionale ed in questa prospettiva va dotata di risorse per essere all’altezza degli incarichi da svolgere. In questo senso, si può riuscire a dare risposte all’intero sistema Paese coinvolgendo l’industria navalmeccanica italiana”
Speriamo che il Ministro Mauro riesca a dissipare questi dubbi….