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Perché Bruxelles non somiglia a Washington

Da molti economisti si sostiene che l’euro è stato un mezzo per obbligare i governi delle nazioni aderenti ad accelerare i tempi per la creazione della Federazione Europea, gli “Stati Uniti d’Europa” contrapposti e quasi di pari peso agli Stati Uniti d’America.

Ma c’è una sostanziale differenza: gli Usa nascevano da un popolo di emigranti che occupavano un continente abitato solo dai nativi, pochi, dediti alla caccia più che alla agricoltura, armati solo di lance e frecce.
Gli emigranti erano soprattutto di lingua inglese, fuggivano spesso dalla loro patria o dall’Olanda e altri Paesi atlantici per motivi politici, religiosi o perché fuggivano o erano deportati per motivi di giustizia.
Poi il cemento della loro unione fu la voglia di affrancarsi dallo stato di colonie, per diventare una Nazione.

Ma fino alle grandi immigrazioni di spagnoli e messicani poi di italiani e di altri Paesi europei, la regola era che la popolazione fosse Wasp (White Anglo-Saxon Protestant).
Così erano nati, conquistando l’indipendenza dall’Inghilterra gli Stati Uniti di America.
Invece nell’Europa dell’euro ci sono popoli di lingua, religione, storie e tradizioni diverse e spesso ferocemente contrapposte per secoli.

Si sono creati: un Parlamento Europeo, ma finora è stato soprattutto un modo per inviare a spese dei contribuenti, dei politici strapagati ma sostanzialmente ininfluenti sulla vita dei loro popoli; una moneta comune che ha creato ricchezza solo per i popoli vicini alla Germania e miseria e disperazione nei popoli mediterranei.
E l’euro rischia, se la Germania non cambia rotta, di distruggere la Comunità Europea. Ma il Governo italiano non difende le ragioni del proprio popolo.

Ora, invece, ciò che non è accaduto attraverso una tranquilla evoluzione ha iniziato a verificarsi attraverso la crisi. Dal 2009 gli europei si avvalgono di un sistema di gestione e risoluzione della crisi che all’inizio si erano persino rifiutati di discutere.

Al contempo, i governi, sotto l’implacabile pressione dei mercati dei bond, stanno introducendo riforme per il mercato reale e per il mercato del lavoro che solo poco tempo prima avevano considerato politicamente inconcepibili. Ma le riforme sono più facili in tempi di vacche grasse, non in tempi di vacche magre. Tagliare posti di lavoro e pensioni troppo ricche è molto difficile.



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