Grazie all’autorizzazione del gruppo Class Editori pubblichiamo il commento di Edoardo Narduzzi apparso sul quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi.
È sempre il giudizio di Lady Spread quello che certifica il buon o cattivo stato di salute di un governo dell’eurozona. E, nel caso dell’esecutivo di larghe intese, il giudizio espresso dovrebbe innescare più di qualche preoccupazione, perché dopo il sorpasso della Spagna il costo del denaro dei Btp italiani è il più elevato tra quelli dei grandi paesi della moneta unica. Un differenziale che segnala, inequivocabilmente, come le larghe intese del non fare e del rinviare le scelte più difficili non abbiano alcuna possibilità di far passare la nottata e di condurre il pil e l’occupazione del Belpaese oltre la crisi. Senza riforme strutturali non ci può essere alcun party per i Btp italiani nei mercati finanziari contemporanei.
La bocciatura del governo Letta è ad oggi senza appello. La scorsa settimana si è chiusa con i rendimenti dei Bonos molto al di sotto di quelli degli analoghi titoli di stato italiani: 240,70 verso 246,43. Il sorpasso suona come un campanello di allarme doppio, perché la Spagna ha una finanza pubblica molto meno virtuosa di quella italiana. Il rapporto tra deficit pubblico e pil è vicino al 6% e resterà in quest’ordine di grandezza anche nel 2014, mentre il debito pubblico ormai sfiora il 100% della ricchezza nazionale quando era solo del 40% nel 2008. Eppure mercati e investitori preferiscono chiedere un premio per il rischio più basso a Madrid che non a Roma, segno che le riforme del governo Rajoy rassicurano di più delle discussioni sull’Imu e dintorni del governo Letta.
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