Gli italiani non consumano ed evitano di richiedere prestiti, che tra l’altro le banche concedono sempre più difficilmente.
I prestiti sono finanziamenti assai versatili, utili per far fronte alle necessità più svariate dei consumatori. Coloro che sono alla ricerca di una vantaggiosa offerta di credito possono porre i prestiti delle principali banche a confronto così da comprendere quale sia quello maggiormente conveniente.
I dati analizzati e diffusi da Assofin, l’Associazione Italiana del Credito al Consumo e Immobiliare, indicano che il 2013 si sta rivelando un anno ancora peggiore del precedente, già di per sé drammatico, in quanto nei primi sette mesi è scesa del 6,2% la domanda di prestiti online o offline dei consumatori italiani, che l’anno scorso era crollata del 12%, sempre nei primi sette mesi.
Il credit crunch in Italia ha fatto diminuire il volume totale delle richieste di prestiti da parte dei consumatori di ben 15 miliardi in soli cinque anni. Tenendo conto che gli italiani sono storicamente un popolo che ha sempre avuto un buon livello di risparmio che li porta a non richiede molti prestiti quanto in altri paesi, possiamo dire che la situazione del credito al consumo in Italia sia decisamente ai minimi storici.
La tipologia di finanziamenti che più ha subito il crollo sono i prestiti per acquisto auto, scesi del 7% e con un volume erogato di oltre 5 miliardi in meno rispetto ai primi sette mesi del 2012, in parallelo alla pesante stagnazione del mercato dell’auto stesso.
In discesa ovviamente anche i mutui ed i prestiti personali, solo i prestiti finalizzati all’acquisto di elettrodomestici fanno segnare una ripresa, probabilmente grazie alla proroga delle agevolazioni fiscali per ristrutturazione casa, ampliate anche appunto per mobili ed elettrodomestici di classe A.
Scontato dire che la crisi ha minato i redditi, gli stipendi degli italiani, i quali seppur magari più bisognosi di finanziamenti non possono certo fornire le garanzie necessarie a banche e istituti di credito; come dice Chiaffredo Salomone, presidente di Assofin: “Il consumatore che percepisce l’incertezza del reddito non consuma e non chiede prestiti. Servirebbe un rilancio dei consumi, anche legato alla fiscalità, per sperare di invertire rotta”.