Skip to main content

Risposta ai “difensori” della Costituzione, da Rodotà a Landini

Ogni volta che torna in ballo la Carta Costituzionale, immediatamente si ricorre ai “Padri Costituenti” ed al loro pensiero. Come fa facendo un agguerrito “pool” di media, Micromega e Il Fatto quotidiano, di giuristi, intellettuali, sindacalisti e di associazioni come “Libertà e Giustizia”, con al seguito partiti politici decotti: dall’Idv al Pdci, da Rifondazione Comunista a Sel.

Bene, riandiamo al “Pensiero dei Padri Costituenti” attraverso il mio libro “Il Pensiero dei Padri Costituenti- Riccardo Lombardi”, in uscita con la nuova collana del quotidiano Il Sole 24 Ore domenica 13 ottobre, un giorno dopo della manifestazione dei supposti difensori della Costituzione.

Si scopre allora che sul punto cruciale “Quale Repubblica” per il nuovo Stato, Lombardi, era per la “Repubblica Presidenziale”, come ribadì, nel suo discorso all’Assemblea Costituente del 4 marzo 1947, il giurista Piero Calamandrei, in alternativa alla “Repubblica parlamentare”. Purtroppo le loro perorazioni, proprie del PdA che aveva inserito la proposta nel suo programma “Rinnovamento radicale” dello Stato per le elezioni del 2 giugno 1946, restarono ‘vox clamans’ nel deserto.

Cosa non andava bene della “Repubblica parlamentare”? L’ingerenza dei partiti, la partitocrazia e la pratica parlamentaristica “pratica che rappresenta la forma tipica di degenerazione da cui le democrazie di tipo occidentale devono guardarsi come dalla morte”. Poi l’instabilità dei governi di coalizione, un difetto da scongiurare affidando la scelta del governo alla sovranità popolare. “Gli Stati moderni sono caratterizzati da tre fenomeni: il primo, il crescente intervenzionismo dello Stato; il secondo, il prevalere dell’elemento permanente (burocrazia, esercito) rispetto all’elemento elettivo (Parlamento); il terzo l’affermarsi dei grandi partiti organizzati, detti di ‘massa’, ed il conseguente spostarsi, in larga misura, della linea dal Parlamento all’interno dei partiti e del potere politico del governo alle direzioni dei partiti”.

Viceversa con il modello della Repubblica Presidenziale, “il Presidente della Repubblica è anche capo del governo e viene eletto direttamente a suffragio universale, anziché eletto in secondo grado dalla Camera dei Deputati, dai partiti: già in sede di elezioni il candidato alla Presidenza della Repubblica, appunto perché sarà anche il capo del governo, è costretto a presentarsi con un programma di governo: il compromesso programmatico non avverrà tra diversi candidati alla presidenza e dopo le elezioni [..] dunque il compromesso avverrà prima delle elezioni fra alcuni partiti che […] si accorderanno per la candidatura di un uomo a cui sarà affidato un programma concordato”. Poteva anche non essere una Repubblica Presidenziale secca, come spiegò Calamandrei: “[…] Per questo noi avevamo sostenuto qualche cosa che somigliasse ad una Repubblica Presidenziale o per lo meno a un governo presidenziale, in cui si riuscisse, con appositi espedienti costituzionali, a rendere più stabili e più durature le coalizioni, fondandole sull’approvazione di un programma particolareggiato sul quale possano lealmente accordarsi in anticipo i vari partiti coalizzati. Ma di questo, che è il fondamentale problema della democrazia, cioè il problema della stabilità del Governo, nel progetto non c’è quasi nulla”.

Prevalse il tripartitismo, vale a dire i partiti massa: Dc, Psi, Pci. E Calamandrei lo esplicitò bene: “[…] Se dovrà continuare un pezzo, come mi pare di aver sentito dire dall’on. Togliatti, il sistema del tripartitismo, credete voi che si possa continuare a governare l’Italia con una struttura di governo parlamentare, come sarà quella proposta dal progetto di costituzione?”. Entrambi si batterono contro l’inserimento dei Patti Lateranensi del 1929 tra la Chiesa e il Regime fascista nella Costituzione: e di fronte all’art. 7 voluto da Togliatti e De Gasperi e sostenuto dalle destre, anche qui restarono ‘vox clamans’ nel deserto.

Tratto dal libro “Il Pensiero dei Padri Costituenti- Riccardo Lombardi”, di Carlo Patrignani, in uscita domenica 13 ottobre in allegato all’edizione domenicale del Sole 24 Ore

lombardi

 



×

Iscriviti alla newsletter