Skip to main content

Saccomanni e la Finanziaria delle slabbrate intese

Ci sarà tempo per analizzare, comprendere e magari imbufalirsi per la Legge di stabilità. Meglio aspettare la versione ufficiale approvata dal Consiglio ministri, anche se le bozze ci sono e circolano al di là delle smentite di prammatica del ministero dell’Economia.

Ma al di là dei numeri e delle misure su spesa pubblica ed entrate che saranno realmente contenute nel documento, si possono avanzare già alcune impressioni.

La prima è sulla confusione e la convulsione di indiscrezioni, smentite e precisazioni che anche quest’anno si rincorrono come negli anni passati. L’assetto delle larghe intese presupporrebbe una preventiva e dettagliata intesa fra le parti politiche che sostengono l’esecutivo per fissare priorità e numeri. Altrimenti il caos è assicurato e la fretta produce pessimi risultati, non solo di immagine.

La seconda considerazione è legata alla prima. Da ambienti politici e finanche da ministeri filtrano mormorii per una scarsa collegialità nell’impostazione della Finanziaria. Ma soltanto negli anni in cui il ministero retto da Giulio Tremonti si sommergevano di critiche, rimbrotti e scudisciate l’ex ministro accusato di essere accentratore e poco concertativo.

La terza considerazione è strettamente legata alla seconda. Per anni dalla Banca d’Italia sono giunti consigli spesso saccenti, ramanzine sovente cattedratiche e auspici sempre netti su come e quanto tagliare la spesa pubblica in maniera non lineare (ovvero in maniera non tremontiana) e su come e quanto ridurre l’imposizione fiscale sul lavoro e le imprese, pur in presenza di rigidi vincoli nella gestione della finanza pubblica.

Ora, salvo smentite, sfogliando le bozze della Legge di stabilità coordinata dall’ex direttore generale della Banca d’Italia, Fabrizio Saccomanni, quei consigli e quegli auspici ammanniti per anni non si scorgono, eppure da Palazzo Koch, sede della Banca d’Italia, a via Venti Settembre, c’è stato quasi un trasloco.

Giudizi affrettati e superficiali di chi gioca solo con le parole? Forse. Ma pure consigli, ramanzine e auspici erano solo parole. Ora si aspettano i fatti.

×

Iscriviti alla newsletter