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Se tradiscono il Cav. Schifani, Cicchitto e Formigoni da mascalzoni a pensosi statisti…

Se don Renatino Schifani “tradirà” il Cav. come uno Scilipoti qualsiasi, sarà ossequiato dalla stampa di sinistra, come un pensoso statista di PAlermo, mai sfiorato da infami accuse di collusioni con i boss.
“Mascalzone e venduto” venne definito Sergione de Gregorio, corpulento senatore partenopeo, quando salutò Tonino Di Pietro e votò, nel 2007, pro-opposizione di centro- destra. Oggi è stato riabilitato da Ezio Mauro, direttore de “La Repubblica”, dopo essersi pentito del suo, non gratuito, “salto della quaglia”.
Integerrimi verranno definiti i ministri ex Pdl, qualora costoro dovessero restare al governo, presieduto da Enrico Letta, dirigente del Pd, intenzionato a votare a favore della decadenza da senatore di Berlusconi, leader di “Forza Italia”, il partito che ha designato come ministri e sottosegretari le astute colombe azzurre.
Dopo le astiose mitragliate di Scalfari al Cav.da Fazio, non ci meraviglieremmo se, nelle prossime puntate, il conduttore, con il cuore a sinistra e il portafoglio a destra, decidesse di invitare i nuovi beniamini della sinistra. Contrordine, compagni, Schifani, Formigoni e persino il globe-trotter della politica, don Mimmo Scilipoti, sono dei compagni, che hanno sbagliato. Ma ora, ben consigliati da Re Giorgio, si sono ravveduti e lottano insieme a noi, con i giovanotti Colucci, Cicchitto e Giovanardi, per cacciare dal Parlamento il Tiranno di Arcore, che li nominò parlamentari e ministri !
Da governo delle larghe intese Letta-Alfano a governicchio Letta-Alfano-Scilipoti. Tanti salti di…Quagliariello saranno, forse, utili a evitare la caduta dell’esecutivo. Non, certo, a riavvicinare alla politica gli italiani, disgustati da operazioni trasformistiche di Parlamento-mercato, di cui finirà per avvantaggiarsi Beppe Grillo.
E, forse, Matteo Renzi, che si presenta come il rinnovatore della politica, dovrebbe deplorare i traslochi, almeno quelli non motivati in modo serio e convincente, nel centrodestra ma anche nel Pd :

sono saliti sull’affollato carro del Sindaco di Firenze molti esponenti che, lo scorso anno, alle primarie, sostennero lo statista di Bettola, Pigi Bersani.
In questi spostamenti, numerosi soprattutto al Sud, si rileva la vecchia propensione a salire sul carro dei vincitori.
Il gattopardismo è una caratteristica storica delle classi dirigenti, sempre resistenti, ben prima di Renzi, a tanti tentativi di rottamazione, di cui Matteo, ormai, non a caso, non parla più.

Sta al giovane candidato alla segreteria del Pd il compito di evitare che l’adesione alla sua leadership di discussi marpioni del passato possa annacquare i suoi tanti progetti di rinnovamento della politica e del Paese.
Pietro Mancini
Nella serata di ieri, su Twitter, il ministro Alfano si è così rivolto a Gasparri, Pdl, ex MSI, che aveva chiesto le dimissioni del Presidente degli Stati Uniti, Obama : “Per favore, smettila, Gasparri ! Così danneggi gli interessi italiani a livello internazionale. Vuoi mica far dispiacere i nostri marò, detenuti in India ?” Bravo, Angelino ! Camerata Gasparri ? No comment !



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