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Ecco come il Pd di Roma snobba Renzi

Forse Matteo Renzi neanche se ne accorgerà, impegnato come sarà nella sua Leopolda fiorentina. Eppure le notizie in arrivo da Roma il prossimo w-e potrebbero non essere troppo confortanti. Circa l’80% dei circoli romani voterà infatti per eleggere il proprio segretario locale del Pd, dando quindi una tendenza chiara su chi sarà il vincitore. E secondo i pronostici, non sarà il candidato renziano, Tobia Zevi, ad avere la meglio. Un uomo quindi in meno, per di più in una casella significativa come quella di Roma.

Il circolo di Ponte Milvio che ha già votato sabato può dare alcune prime indicazioni su come andrà la corsa nella Capitale. Lì con 43 voti ha vinto Lionello Cosentino, il candidato sostenuto da parte degli ex Ds e lanciato da Goffredo Bettini, che si conferma l’uomo forte del Pd romano. Cosentino sostiene Gianni Cuperlo a livello nazionale, stessa preferenza indicata anche dal suo avversario Tommaso Giuntella, area Giovani Turchi, giunto terzo con 23 voti, uno in più di Zevi. Zero voti per la candidata civatiana Lucia Zabatta.

I rumors nei circoli romani prefigurano però un testa a testa tra Cosentino e Giuntella, tra l’“usato sicuro” dell’ex assessore alla sanità nella Regione Lazio ed ex senatore e il giovane outsider sostenuto da bersaniani e bindiani, che ha conosciuto l’apice della popolarità l’anno scorso in veste di coordinatore delle primarie di Bersani. Più indietro invece resterebbe il candidato renziano perché, raccontano, tra gli iscritti del Pd della Capitale il carisma del sindaco di Firenze ha attecchito poco, nonostante la marcata virata a sinistra dell’ex rottamatore.

Zevi, classe 1983, si è fatto le ossa, politicamente parlando, lavorando con Nicola Zingaretti alla provincia, è fondatore e presidente dell’Associazione di cultura ebraica Hans Jonas e su Twitter dice: “Gli iscritti diminuiscono, i giovani non si avvicinano, il partito è ingessato nella capacità di decidere. Sarà ora di cambiare? #cambiaverso”. Ma tra gli iscritti duri e puri del Pd romano ancora si fatica a salire sull’affollato carro renziano.



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