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Shutdown, perché l’accordo è una tregua armata

Con un guizzo di efficienza sorprendente, alla luce del recente passato, il Congresso US ha approvato stanotte un provvedimento per mettere (temporaneamente) fine allo shutdown governativo e rinviare il debt ceiling.

L’accordo

Il deal, votato in fretta e furia ieri sera prima al Senato (81-18) e poi alla House of Reps (285-144), è stato siglato da Obama a meno di 24 ore dalla deadline che demarcava non un default US, ma la necessità per il Tesoro US di attingere alla cassa. 
Più che a un accordo, quanto votato ieri sera ha le caratteristiche di una tregua armata.

I tempi

L’attività del governo viene finanziata fino al 15 di gennaio prossimo. E il debt ceiling viene sospeso fino al 7 febbraio, il che sembra indicare che ad un parametro quantitativo se ne sostituisce uno temporale. Infine viene istituito un “supercomitato” con l’obiettivo di produrre una bozza di budget fiscale da sotituire ai tagli del Sequester, che entra in vigore, appunto, al 15 gennaio.

I dettagli

Quindi la soluzione a quest’ultima crisi fiscale contiene sia l’orizzonte temporale (fine anno) che il campo di battaglia (Sequestration 2014) della prossima. E’ il caso di notare che è stato il fallimento del precedente Supercomitato nel trovare un accordo sul budget a produrre la serie di tagli alla spesa noti come Sequester.

Le piazze

I mercati, che avevano abbondantemente mangiato la foglia negli ultimi giorni, hanno reagito con compostezza.
Il denominatore comune della price action sembra essere che i danni inflitti all’economia e alla confidence dall’inettitudine dei politici americani garantiranno una politica monetaria più accomodante nei prossimi mesi.

Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr

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