Non ha torto chi, come Travaglio, ha bocciato, definendola una “barzelLetta”, l’affermazione del premier, secondo cui, mercoledì scorso, si sarebbe chiuso il “ventennio berlusconiano”. Innanzitutto, perché, in almeno 10 anni di tale periodo, il Paese è stato governato, male, dai post-dc, compreso Enrico Letta, e dai post-comunisti. E poi identificare il Cav. con un dittatore è un’affermazione, oltre che non veritiera, pericolosa, in quanto potrebbe spingere qualche esagitato a cruente aggressioni, come quella compiuta, 2 anni fa, da un giovane antiberlusconiano che, a Milano, ferì al volto, con una pesante statuetta del Duomo, il leader del Pdl, che non si è affatto ritirato definitivamente dal teatrino politico, come aveva previsto Severgnini.
Quanto ad Alessandra Mussolini, nominata senatrice dal Cav., è ancora nostalgica del nonno, dittatore fascistone. Legittimo, ma deve sapere che, per la stragrande maggioranza degli italiani, fu, e resta, un bene assoluto la caduta dello spietato regime dell’uomo di Predappio.
Improponibile l’accostamento, politico e storico, tra Angelino Alfano e il maresciallo Pietro Badoglio, a cui Re Vittorio Emanuele affidò la guida del governo, dopo il pronunciamento del Gran Consiglio favorevole al documento di Grandi contro Benito.
E Berlusconi “tradito” dal ministro siciliano sarebbe uguale a Mussolini?
Suvvia, senatrice, ci faccia il piacere!
Che ci azzecca il miliardario ex premier brianzolo con il sanguigno ex socialista romagnolo, compagno e corregionale di Pietro Nenni?
Forse, in comune, hanno solo il gran numero di amanti… Anche se Benito non aveva un suo rag. Spinelli, che provvedesse alle spesone delle favorite.
E, ovviamente, Francesca Pascale non è donna Claretta Petacci, che decise di morire accanto al suo “Ben”. E nessun piazzale Loreto si profila, fortunatamente, per Berlusconi e fidanzata.