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L’euro è una truffa (giuridica). Parla l’ex ministro Guarino

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo l’intervista di Goffredo Pistelli a Giuseppe Guarino apparsa sul quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi, Italia Oggi.

Si intitola Un saggio di verità sull’Europa e sull’euro, una cinquantina di pagine da qualche giorno cliccatissime sul sito personale di Giuseppe Guarino, classe 1922, napoletano, giurista di vaglia, e già ministro delle Finanze dell’ultimo governo di Amintore Fanfani (1987) e di Industria e Partecipazioni statali (ad interim) nel 1992, premier Giuliano Amato.

Una verità scomoda, di cui Guarino parla volentieri, al telefono dalla sua casa romana, con voce squillante.

Domanda. Professore, nel saggio, che si può scaricare gratuitamente dal sito di ItaliaOggi, sezione documenti,, lei afferma che nell’area dello euro ci sarebbe stato un colpo di Stato. Ma di generali dell’Unione Europea non se ne sono mai visti in circolazione! Anzi, secondo alcuni, manca proprio una forza armata continentale…

Risposta. L’espressione «colpo di Stato» abbraccia qualsiasi ipotesi di trasformazione radicale dell’assetto politico di un Paese, che sia realizzata a mezzo della violazione delle apposite procedure costituzionali.

D. Lei però dice che questo golpe sarebbe stato effettuato in una data precisa: il 1 novembre del 1999. Data di lancio dell’euro. In cosa sarebbe consistito?

R. Il testo costituzionale, nella specie, era il Trattato sull’Unione Europea-Tue.

D. Oddio, il famoso Trattato di Maastricht!

R. Sì. Ed era un testo che avrebbe dovuto considerarsi sacro. Costituiva il frutto di aspirazioni maturate in più di mezzo secolo. Alla sua elaborazione avevano direttamente partecipato i più importanti politici ed i maggiori esperti europei.

D. Sì ma quale sarebbe stato l’oggetto specifico del putch?

R. Il Trattato è stato violato nel suo più peculiare oggetto, la disciplina della moneta comune e della economia dei Paesi che l’avrebbero sostituita a quella nazionale.

D. Si spieghi meglio_

R. Il Trattato disciplinava in modo completo ed insieme adeguato l’euro, la moneta che avrebbe dovuto essere lanciata il 1 novembre di quindici anni fa. Il lancio avvenne puntualmente. Ma non si applicò la disciplina del Tue, dei famosi parametri di Maastricht!. La si sostituì con quella di un regolamento, il n. 1466/97, tuttora poco conosciuto. Regolamento non assoggettato al vaglio dei Parlamenti degli Stati, e non ratificato con la osservanza delle apposite procedure costituzionali. Insomma, non aveva alcuna potestà per modificare il Trattato.

D. Un illecito di così grande portata senza uso della forza?

R. Il regolamento, è stato approvato con una procedura alla quale hanno partecipato la Commissione europea, il Consiglio europeo ed anche il Parlamento europeo, ma che serviva a tutt’altro scopo. Si sono adoperate cautele ad evitare che ci si accorgesse della alterazione del Trattato che si andava ad introdurre. La sostituzione del Tue con il regolamento è stato frutto non di un atto di forza, ma di una operazione qualificabile come «fraudolenta».

Leggi l’intervista completa su Italia Oggi

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