Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo il commento del direttore Pierluigi Magnaschi apparso sul quotidiano Italia Oggi.
Renzi, nel suo discorso di chiusura alla Leopolda, ha fatto fare il giro di boa al Pd. Sui suoi propositi vedremo che cosa sarà capace di fare. Ciò che è dirompente, è che li abbia enunciati. In modo comprensibile. Senza ricorrere al catoplebismo di Barca o alla prosa scivolosa di Cuperlo, o agli incomprensibili voli pindarici di Vendola o ai vari smacchiamenti di Bersani. Le cose che ha detto Renzi sono le stesse che, in privato, dicono anche i leader post Pci del Pd, ma che evitano di utilizzare nei loro discorsi perché, dicono, la «base non capirebbe». Ma la base che «non capirebbe» l’hanno creata loro, ai tempi del marxismo trionfante, inquinando le fonti e, quando hanno cambiato parere, non hanno fatto la fatica di disinquinare le fonti che continuano a produrre ciò che avevano ricevuto.
Credevano bastasse il fatto che loro hanno cambiato parere, sia pure in modo larvato o reticente. Ci voleva quindi qualcuno che si assumesse l’onere di parlare con il linguaggio del 2013 anche a coloro «che non capirebbero» per poi scoprire, magari (è ciò che si constata in questi giorni) che essi sono molto meno numerosi di quelle che la nomenclatura del partito credeva che fossero.
Per Renzi «la riforma della giustizia, dopo la carcerazione indebita per un anno di Silvio Scaglia, è diventata per tutti ineludibile». Bisogna abolire il bicameralismo perfetto (Camera e Senato), ridimensionare il titolo quinto della Costituzione riscritto dal governo Prodi e che ha paralizzato l’attività pubblica. Bisogna abolire le Province. «Io», ha aggiunto Renzi, «dell’appello dei costituzionalisti non so che farmene. Non è un dramma se qualche politico torna a lavorare». Inoltre «i parametri Ue si possono discutere ma il debito pubblico va messo in ordine per i nostri figli e non per far contenta la Cancelliera». «Non si difende l’italianità guardando il passaporto di chi si compra le aziende». «Se si vuol far crescere il pil bisogna partire dall’aumento degli asili nido». «Leadership non è una parolaccia». «Per me, il futuro è il posto dove voglio vivere». «Non sei di sinistra se parli di lavoro ma se trovi un posto di lavoro in più». Non so cosa farà Renzi. L’importante, per ora, è che abbia detto queste cose.