La pioggia non ha fermato l’afflusso di tanti “popolari” al teatro Quirino di Roma in occasione dell’assemblea popolare per l’Italia che sancisce la frattura di Scelta Civica e che si propone di guardare oltre il montismo di maniera.
I big che all’interno di SC hanno voltato le spalle a Monti c’erano tutti (Mauro, Olivero, Gitti) e con loro i maggiorenti dell’UDC (Casini e Cesa) che di questa operazione sono i registi. Anche la risposta “popolare” si è fatta sentire con i quasi mille posti a sedere occupati e con una calca pressoché costante verso la lobby e il bar del teatro romano.
Grande assente del giorno è stato l’entusiasmo: i transfughi di Scelta Civica a malapena conoscevano tutti i propri compagni di ventura e spesso si domandavano “ma quando parla Mauro?”. Dello stesso stile gli interrogativi che si poneva il pubblico mentre i capogruppo Dellai e Romano elencavano i valori della nuova area politica: “ma allora siamo con Renzi o con Alfano?”.
“E’ finito il tempo di uomini soli al comando, di movimenti elitari, di persone chiuse nel proprio egoismo, di freddi tecnocrati senz’anima” sono state queste parole indirizzate a Mario Monti dal capogruppo al Senato Romano, il momento di maggior impeto della platea. Ma non c’è da stupirsi: se infatti sono incerte le prospettive su chi abbracciare nel prossimo futuro, è del tutto certo che questa area politica non vuol tornare con il presidente della Bocconi.
La fusione a freddo era intuibile anche da chi sul palco si alternava al microfono, tant’è che ad un certo punto è stato invitato il pubblico a battere con maggior vigore le mani, perché si stava partecipando alla creazione della prospettiva politica futura per i prossimi decenni. Ma tale invito, accompagnato dalla nuova scenografia composta da 4 bambini seduti sul palco, non ha sortito gli effetti desiderati.
Ad evento concluso, quando il pubblico ha realizzato che nessun big ha dato la linea sul da farsi, la delusione (soprattutto da chi aveva attraversato l’Italia per esser presente) era palpabile.
E’ stato solo a quel punto che gli uddiccini hanno interrotto i loro fitti colloqui sul retro della sala, per unirsi ai civici che erano rimasti disciplinatamente seduti ad ascoltare gli improvvisati leader che si alternavano sul podio durante tutta la kermesse.
E tra gli ombrelli che si facevano largo su via delle vergini, non era raro incontrare qualcuno che, dopo questa mattinata, ha deciso di proseguire la giornata a piazza di pietra dove gli alfaniani si incontrano per la prima volta dopo la rottura con Forza Italia per fare il punto della situazione.