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Berlusconi è decaduto ma non è affatto caduto

E’ decaduto, ma è anche caduto?

E’ questa la vera domanda del giorno dopo il voto del Senato che ha fatto decadere da senatore Silvio Berlusconi.

(GUARDA LA PHOTOGALLERY DI VIA DEL PLEBISCITO)

La risposta è no: Silvio Berlusconi è decaduto, ma non è caduto politicamente. Ecco perché.

Come ha ben spiegato fin da ieri su Formiche.net il notista politico di lungo corso, Francesco Damato, di leader politici extraparlamentari l’Italia ne ha già molti: Beppe Grillo e Matteo Renzi, in primis. Quindi si può far politica, eccome, stando anche fuori dal Parlamento. E forse si ha maggiore libertà di azione e di pensiero.

Non solo: siamo sicuri che prossimI e ulteriori travagli giudiziari di Berlusconi non possano indurre ex o freddi berlusconiani a concedere nuova linfa elettorale alla riesumata Forza Italia berlusconiana? E‘ quello che ad esempio si sono chiesti politici e tecnici del calibro di Giuliano Cazzola e Pietro Ichino.

D’altronde abbiamo già definito una lucida follia la decisione di Berlusconi di non votare la Legge di stabilità (che oggi su Formiche.net il blogger Romano Perissinotto bistratta) e di uscire dalla maggioranza di governo.

Una follia perché antepone gli interessi di partito e sondaggistici al bene delle larghe intese (che però non possono essere asfittiche e troppo flemmatiche e compassate come quelle del governo Letta). Ma al contempo una mossa lucida dal punto di vista elettorale: Forza Italia si smarca dal governo e dalle decisioni all’insegna dell’austerità che comunque caratterizzeranno i prossimi mesi e anni (al di là delle ciance che si ascoltano), lasciando il peso delle responsabilità e dei problemi soprattutto al Pd e all’ex rottamatore impaziente, Matteo Renzi, che ora si trova spiazzato da questa inedita, e non voluta, fase politica, come ha notato prima di altri Fabrizia Argano.

Ma c’è di più. Come ha sottolineato il ricercatore Giovanni Laccetti (un consiglio: occhio alle sue analisi terminologiche), Berlusconi sta spostando dalla giustizia all’economia il cuore del suo messaggio politico. Non più e non solo sulla tassazione asfissiante ma su euro e debito pubblico. Ovvero: i nostri mali sono soprattutto colpa di un’Europa brutta, cattiva e molto teutonica, che ci ingabbia economicamente con un rigorismo moralistico di stampo merkeliano che ci sta strozzando.

Tutta benzina utile per la macchina elettorale forzista in vista delle Europee.

Insomma, attenzione: è decaduto, ma non è affatto caduto.

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