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Parole e silenzi del Plenum cinese

Terminato il terzo Plenum del diciottesimo comitato permanente del Partito comunista cinese, bisognerà attendere ancora per avere il dettaglio delle “profonde riforme” annunciate nel comunicato diffuso dall’agenzia statale Xinhua. Riforme di cui, scrive riecheggiando il “senza precedenti” dei giorni scorsi, “beneficerà il mondo intero”.

IL RUOLO DEL MERCATO

Dalla quattro giorni di assise rossa a Pechino è uscito una spinta affinché il mercato giochi un ruolo “decisivo” nella seconda economia del mondo. Un cambio di vocabolario e aggettivi rispetto al passato quando le forze del mercato non erano fondamentali. Aggettivo in uso sin dal 1992. Settore pubblico e privato sono componenti importanti dell’economia socialista di mercato e fondamenta importanti per lo sviluppo economico e sociale della nazione, spiega il documento.

I SILENZI SULLE GRANDI AZIENDE DI STATO

Parole in cui tuttavia non compare un riferimento netto alla riforma delle grande aziende di Stato. Si tratta di uno dei nodi da sciogliere nel sistema cinese, la cui gestione vede intrecciarsi interessi politici ed economici, che nei primi mesi al potere di Xi Jinping è sembrata essere presa di petto con una campagna anticorruzione che ha toccato, ad esempio, i vertici dell’industria petrolifera cinese e il funzionario alla guida dell’organo di sorveglianza e controllo delle aziende di Stato.

L’ANALISI DEI TERMINI USATI

Se poi si va alla conta dei termini usati, su 5mila caratteri la parole riforme è usata 59 volte, 37 sviluppo, 28 socialismo. Da quello che i commentatori hanno definito un testo ancora vago emergono alcune misure concrete. Una è l’istituzione di un organismo incaricato di guidare le riforme, l’altra è la nascita di un comitato per coordinare la sicurezza nazionale, intesa tanto interno quanto a livello internazionale. Entrambi sono secondo gli osservatori il segnale del rafforzamento della figura del presidente Xi Jinping. Devono infatti rispondere alla dirigenza e non al governo, per quanto quando si parla della Repubblica popolare le due entità possano tendere a coincidere, e quindi meno dipendenti dalle resistenze della burocrazia.

SICUREZZA STRATEGICA

In particolare il secondo organismo, la cui idea inziò a circolare sin dal 1997, durante la presidenza di Jiang Zemin, è accostato al Consiglio per la sicurezza statunitense e dovrà gestire la situazione sociale nel Paese, una necessità, quella di garantire armonia e stabilità”, restata una costante anche nel passaggio dalla quarta alla quinta generazione di leader cinesi.

IL GIUDIZIO DEL TELEGRAPH

“C’è chi cerca di consolidare il proprio potere”, ha spiegato al britannico Telegraph lo storico Zhang Lifan, che pur non facendo il nome di Xi, nota come il comitato allunghi le proprie competenze su quelle di altre commissioni e organismi.

IL NUOVO DIRETTORIO ECONOMICO

Al vertice del direttorio economico, che secondo alcuni commentatori potrebbe scavalcare la Commissione per lo sviluppo e le riforme, dovrebbe invece esserci il primo ministro Li Keqiang, coadiuvato come braccio esecutivo da Wang Yang, esponente del Politburo e già numero uno “liberale” del Partito nella ricca provincia costiera del Guangdong.

NESSUN RIFERIMENTO A RIFORME POLITICHE

Come anticipato alla vigilia, non ci sono stati riferimenti a eventuali riforme politiche che avvicinino il Paese la modello occidentale. Il ruolo guida del Partito comunista è stato rimarcato così come l’obiettivo dello sviluppo di una “democrazia socialista”. Ma a dominare l’agenda dei lavori dei 373 componenti del comitato centrale, tra membri permanenti e a rotazione, sono state le questioni economiche.

L’ENFASI SULLE 15 AREE

Il documento enfatizza 15 grandi aree, che spaziano dalla modernizzazione del sistema fiscale a una giustizia più efficace e trasparente, ma sempre dentro il sistema socialista, a una previdenza sociale sostenibile, a una maggiore integrazione tra residenti urbani e rurali che tocca il tema dei diritti alla terra, tra le principali cause di malcontento sociale e di abusi dei governi locali.

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