Che succede tra il premier e il ministro dell’Economia?
Qualche indizio suggerisce la domanda. Partiamo da qualche fatto e un paio di parole.
Questione Imu: non proprio una partita secondaria per il governo di larghe intese, anche se la decisione di abolire l’imu è stata una scelta sciagurata, come più volte ribadito da Formiche.net, e il caotico groviglio frutto dalla frenesia post elettorale di cancellare l’imposta ne è uno scontato effetto.
Il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, notoriamente poco favorevole all’idea di cancellare l’imposta sulla prima casa, anche fino a qualche ora fa nutriva dubbi sulla possibilità di abolire la seconda rata dell’Imu. Dubbi sepolti dal premier Enrico Letta con una dichiarazione che, dando seguito agli auspici del Pdl, ha sconfessato la linea del titolare del Tesoro.
E che dire di Alitalia? In questo caso non ci sono parole o informazioni ma solo indiscrezioni. Mentre il presidente del Consiglio ha caldeggiato una soluzione sistemica per evitare il collasso finanziario della compagnia aerea, spingendo per l’ingresso di Poste Italiane nel capitale di Alitalia senza indugiare troppo, il ministro dell’Economia non è stato troppo entusiasta di questa soluzione, tanto che si sarebbe prodigato affinché l’entrata di Poste andasse di pari passo con la permanenza di Air France nel capitale di Alitalia con la stessa quota di Poste.
Anche un altro dossier di competenza del Tesoro ha trovato differenti impostazioni fra Palazzo Chigi e via Venti Settembre. Il passaggio delle quote detenute da Finmeccanica in Ansaldo Energia al Fondo strategico italiano (Fsi) della Cassa depositi e prestiti presieduta da Franco Bassanini e guidata dall’amministratore delegato, Giovanni Gorno Tempini è stato salutato con favore da Letta, che ha addirittura presenziato alla conferenza stampa di presentazione dell’accordo. Era assente, invece, il titolare del Tesoro, che è azionista di Finmeccanica e controlla la Cassa depositi e prestiti. Un’assenza, quella di Saccomanni, non casuale.