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Cornetto Algida: quante cose ci dice uno spot

Il video Cornetto Algida anni 80

Chi, almeno una volta, adolescente, non si è immedesimato nello spot del Cornetto Algida. Il cuore di panna. E l’Algida, azienda italiana leader nella produzione di gelati, ha costruito la propria comunicazione lungo tutto il corso della sua storia, sin dagli anni 60, su questo vissuto: quello dell’amore. Degli innamorati che, davanti al tramonto, nello svolgersi di una giornata spensierata, condividono, dei sentimenti, il più forte con tanto di lingua che, s’intende, va sul cuore di panna. Ecco.
Declinato in tutti i modi, in tutti luoghi, in tantissime situazioni diverse il vissuto del cornetto algida è sempre lo stesso. Quello della tenerezza, della dolcezza, dello stare insieme. Le colonne sonore sono tutte un ripetersi di “noi”, “noi” e ancora “noi”.
I protagonisti degli spot sono giovani che si annusano, che si avvicinano, si sfiorano e si uniscono in effusioni tenerissime. E’ tutto un gioco di sguardi, c’è l’avvicinarsi sul pattino di fronte all’orizzonte che si sfoca per effetto della rifrazione della luce del sole, che sta nel logo, e che bacia la superficie di un mare bellissimo. La camera li riprende di spalle avvolti dal cuore di panna. E’ estate, la stagione che dell’amore, o per meglio dire della cotta, è quella più propizia.
C’è perfino, quando si dice il dettaglio, la scena di due robot che, probabilmente per evitare problemi di copyright, evocano l’abbraccio sulla prua del Titanic di Cameron, quello di Di Caprio con la Winslet. Sic! E’ il trionfo dell’amore. Dei due che guardano lo stesso infinito. La perfetta sintonia.
E il vissuto non cambia anche nel più recente spot, quello del 2009. Quello che si apre con un giovane che, davanti al suo gruppo di amici assieme ai quali osserva le sdolcinatezze di due innamorati seduti qualche fila più in là su di un autobus, gli chiede nel caso in cui in futuro lo dovessero vedere fare quello stesso genere di cose di impedirglielo. Ovviamente la sequenza successiva non fa che narrare delle sue sdolcinate manifestazioni verso le ragazze destinatarie del suo amore. Ecco.

algida

Ora qualcuno mi spieghi cosa è passato nella mente del creativo che si è inventato l’ultimo spot del cornetto. Quello che ha come protagonista il vikingo che urla – E’ sbagliato! –
Innanzitutto le corna, che vogliamo sperare servano solo a connotare il vikingo e che non abbiano l’intenzione di collegarsi con tutti gli amori sbocciati grazie al fu “cuore di panna”.
Ma poi, anche qui badate al dettaglio, come è potuto venire in mente di porre l’accento, con tanto di fotogramma dedicato, alla “leggendaria punta” che nello spot è mostrata nel suo spezzarsi dal resto. E’ la cosa più terribile che possa capitare. D’estate, col caldo, quando si scartava il cornetto era d’obbligo stare attenti a rimuovere l’ultima parte della confezione proprio per evitare che la leggendaria punta rimanesse nella carta in una mano mentre il resto del cornetto stava nell’altra.
Era un classico che dal cornetto, orfano della punta, colasse la panna, via via sempre più liquida, che non poteva che finire sulla punta delle scarpe.

Se è vero che la pubblicità si muove scegliendo la via più opportuna di volta in volta tra quella di indurre bisogni e quella di assecondare i desideri del segmento di consumatori di riferimento, provate a immaginarvi lo spaccato sociale cui è rivolto l’urlo del teutonico protagonista dello spot. Tant’é.

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