La battaglia si gioca tutta in terra tedesca, a Francoforte, sede della Banca centrale europea guidata da Mario Draghi e della Bundesbank del governatore, falco, Jens Weidmann. E non riguarda solo i tassi d’interesse, dopo il taglio della Bce al minimo storico dello 0,25% degli scorsi giorni e avversato dalla Germania timorosa di una spinta inflazionistica. L’ultima partita infatti riguarda l’Unione bancaria e i meccanismi di base previsti per la risoluzione nel caso di fallimento degli istituti di credito.
I paletti tedeschi
L’intransigenza di Berlino sul Single Resolution Mechanism (Srm) si basa essenzialmente su due punti chiave. La proposta della Commissione è infatti al momento bloccata dalla Germania che non vuole dare troppo potere ad un’autorità centrale ma preferirebbe lasciare la decisione finale sul fallimento delle banche alle autorità nazionali. Ma in ballo non ci sono solo gli ambiti di competenza. Quello che Berlino teme, e che è divenuto facile tema forte anche nelle ultime elezioni di fine settembre, è la creazione di un fondo unico, che significherebbe la messa in comune degli stanziamenti nazionali per il salvataggio delle banche in crisi. E a Berlino il discorso si associa in fretta agli istituti degli Stati dell’Europa del Sud, nonostante il fatto che ad essere scandagliate dall’Unione bancaria saranno solo le principali 24 banche tedesche (su un totale di oltre 4.000, lasciando dunque fuori le critiche Landesbanken tedesche) e che, a scapito dell’idea che si fa circolare al di là dei nostri confini, l’Italia ha speso per interventi di sostegno a banche in difficoltà meno di tutti i partner dell’Unione (lo 0,1% del Pil).
La spinta alla centralizzazione
Ma il parere legale pubblicato dalla Bce non lascia spazio a dubbi o ambiguità sulle intenzioni dell’Eurotower in materia di risoluzione bancaria. La Bce, si legge, “supporta la creazione di un meccanismo unico di risoluzione, e crede che un processo decisionale centralizzato rafforzerà la stabilità dell’unione economica e monetaria e che il Srm rappresenterà il complemento necessario alla supervisione unica”.
La distinzione tra autorità di controllo per supervisione e risoluzione
“La regolamentazione sul Srm proposta – spiega la Bce – prevede tre requisiti essenziali per una risoluzione effettiva: un sistema unico, una singola autorità con potere decisionale e un fondo unico finanziato ex ante dal settore bancario. La Bce considera cruciale che le responsabilità delle autorità di risoluzione e supervisione siano distinte. L’Eurotower, o le autorità nazionali competenti, in linea con il meccanismo unico di supervisione, dovrebbe essere responsabile unicamente nel giudicare se un’istituto di credito stia fallendo o che, quantomeno, è possibile che lo faccia. Il giudizio di supervisione sarà dunque una precondizione necessaria per mettere una banca in risoluzione”.
La tempistica
Le indicazioni dell’istituto guidato da Draghi riguardano anche la tempistica. “La Bce apprezza il richiamo del Consiglio europeo di adottare la legislazione entro il termine stabilito da Strasburgo. Inoltre, appoggia fortemente la timeline prevista per il Srm, che entrerà in vigore a partire dal 1 gennaio del 2015. Una volta che il meccanismo unico di risoluzione sarà operativo e che la supervisione sarà gestita a livello europeo, lo stesso dovrà succedere anche per la risoluzione”.
La Bce sostiene anche l’implementazione preventiva degli strumenti di bail in (che prevede che possessori di bond bancari debbano condividere le perdite in caso di fallimento di una banca), perché si tratta di meccanismi chiave per la risoluzione e poterne usufruire “renderebbe il quadro più sicuro e prevedibile, evitando dunque soluzioni ad hoc”.
La modifica dei Trattati
La stoccata alla Germania riguarda anche il fronte legislativo. La modifica dei Trattati? Evitabile, secondo l’Eurotower. “La Bce sottolinea gli sforzi intrapresi per introdurre le modifiche necessarie per usare l’articolo 114 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea come base legale possibile. Ciò permetterebbe la creazione del Srm senza il bisogno di modifica dei Trattati”.
Secondo la Bce il migliore scenario consiste nella separazione funzionale tra supervisione e risoluzione, evitando così conflitti d’interesse. L’istituto di Francoforte, infine, chiede di essere rappresentato, in qualità di osservatore, in tutti le riunioni plenarie ed esecutive del Consiglio unico di risoluzione.