Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo l’articolo di Giorgio Ponziano apparso sul quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi.
Lo ripete, Matteo Renzi, instancabile: «Dobbiamo intercettare i voti dei delusi del Pdl». Ci riuscirà? Tra il dire e il fare c’è di mezzo la politica. Però è indubbio che il sindaco di Firenze abbia ammiratori, se non proprio sostenitori, nel campo avverso.
E c’è già una schiera di politici del centrodestra, allergici ad Angelino Alfano e al suo seguito di Gaetano Quagliariello e Roberto Formigoni, che sostengono che, senza Silvio Berlusconi, il loro sostegno andrà a Renzi. Insomma meglio lui che gli eventuali scissionisti-traditori o i falchi residuali magari capeggiati da Marina Berlusconi. Ma chi sono quelli che senza il Cavaliere è meglio Renzi?
Innanzi tutto l’ex-parlamentare berlusconiano Santo Versace: «Alfano non lo voto senz’altro, meglio Renzi, che voterò se presenterà un programma che mi convincerà». Ancora più esplicito è un altro ex-deputato berlusconiano, Emerenzio Barbieri: «Credo che sia giusto il passaggio dal Pdl a Forza Italia solo se sarà guidata da Berlusconi. Il centrodestra esiste soltanto se c’è Berlusconi, se invece dovremo confrontarci con Alfano alla guida, forse è meglio votare Renzi. Guardi, senza il Cavaliere il centrodestra è destinato a prendere il 10% perché rimarrebbe il vuoto. In quel caso meglio puntare su Renzi sperando che non sia una delusione».
Alla Leopolda nei giorni scorsi si sono presentati tre esponenti siciliani del Pdl che hanno perfino chiesto, e ottenuto, di farsi fotografare in compagnia del sindaco. Si tratta del capogruppo del Pdl al Comune di Palermo Giulio Tantillo, del suo collega in consiglio comunale Giuseppe Federico, del deputato regionale Giuseppe Milazzo, tutti convertiti anni fa al berlusconismo sulla via di Palermo ma ora, a quanto sembra, in crisi renziana di coscienza. Rientrati in Sicilia, i tre sono stati chiamati a rapporto e hanno tolto la foto da Facebook ma questa simpatia certamente non solo fotografica verso Renzi ha scosso la politica palermitana, già terremotata dalle alterne vicende del presidente della Regione, Rosario Crocetta. Le prossime mosse dei tre sveleranno se la foto è stata galeotta o meno: «Con Guglielmo Epifani non l’avremmo fatta», dicono. Insomma, Renzi fa breccia, diciamo così, sentimentalmente anche tra il popolo pidiellino.
Nella lista del pro-renziani di destra va ascritto pure Flavio Briatore, da sempre legato al mondo berlusconiano: «Se Berlusconi non sarà più in Forza Italia voterò Renzi e non il Pdl. Io voto le persone, non voto la politica. Io spero che finalmente arrivi qualcuno a fare la rivoluzione e nel momento in cui inizia gli do tutti una mano, quest’uomo potrebbe essere proprio Renzi. Il fatto è che, senza Berlusconi, il centrodestra non prenderebbe che il 3%. Dopo tutto quello che fatto, nel momento di debolezza l’hanno pugnalato alle spalle. Alfano ha sicuramente la sindrome del delfino e lo ha pugnalato, come si fa a votare per lui?»
«Renzi parla di meritocrazia e io sono d’accordo e l’appoggio», aggiunge Briatore, «In Italia non esiste meritocrazia, i soliti noti partecipano e i politici gli danno una mano. Manager che fanno danni alle ferrovie e poi li mandano all’Alitalia e rovinano pure quella e gli diamo soldi per mandarli via. La rivoluzione si deve fare, ma la deve fare la politica. Al governo ci vogliono persone competenti e con la voglia di sparigliare il tavolo, forza Renzi».
Mentre Antonino Coppola, ex-assessore al turismo di Massa Lubrense, racconta uno spaccato singolare della sua zona: «Assistiamo a un fenomeno vergognoso che sta succedendo anche in Penisola Sorrentina, ed in particolar modo a Massa Lubrense, dove il sindaco pidiellino si è iscritto on line al Pd perché folgorato da Renzi. E non da solo ovviamente, ma assieme ad altri due componenti dell’amministrazione e a un ex-consigliere comunale. E dire che il sindaco era apparso in tv con Berlusconi, ci è andato a cena presente Cosentino e si è pubblicamente vantato di essere un berlusconiano di ferro. Ebbene, adesso si ritrova renziano e fa proseliti».
Anche verso Scelta civica, o quel che rimane, la forza di attrazione di Renzi sembra irresistibile, secondo il senatore ex-montiano Andrea Olivero, che spiega: «In Scelta civica ci sono due correnti. Una è connessa all’idea liberaldemocratica, è capeggiata da Andrea Romano e ne fanno parte, per citarne alcuni, Pietro Ichino, Ilaria Borletti Buitoni e Gianluca Susta. In essa alcuni, e mi riferiscono soprattutto a Romano, guardano a sinistra e in particolare al mondo renziano, tanto da aver ipotizzato liste comuni per le Europee».
Del resto sulla vicenda-Berlusconi si è registrata un’assonanza tra Monti e Renzi: «Qui vediamo se in Italia c’è o no lo Stato di diritto», ha detto Renzi. E Monti, di rimando: «Non si tratta del giudizio su una persona, ma l’applicazione di una legge». E il voto di Linda Lanzillotta a favore del voto palese ha in qualche modo confermato questa intesa.
Poi ci sono i 5 Stelle, quelli epurati. Anche a loro Renzi non dispiace. «Lo sto osservando», dice Adele Gambaro, l’ex-grillina che ha fondato il Gap, gruppo azione popolare, «mi sembra una novità, ha un linguaggio molto nuovo, diverso, dinamico. Poi ha un partito forte dietro che lo sostiene e questo è importante. Mi pare l’unica novità positiva della politica italiana».
Più ovvio il flirt di Riccardo Nencini, segretario del Partito socialista: «Renzi ha detto che guarda al Pse, partito socialista europeo, e io non posso che essere d’accordo e appoggiarlo».
Quindi Renzi ha sex appeal anche in casa d’altri. Ma contro la diaspora pidiellina c’è chi tenta di fare argine. Daniela Santanché dice: «Renzi è come l’acqua Perrier, che se la agiti fa tante bolle, ma quando la apri fa solo un piccolo rumore. È la brutta copia di Berlusconi solo che lui non ha lavorato neanche un’ora nella sua vita, è uno che fa politica da sempre e da sempre è mantenuto dagli italiani». Più accomodante è Mariastella Gelmini: «Alla Leopolda, Renzi ha detto due cose importanti: difesa del bipolarismo e riforma della giustizia. Per una volta siamo d’ accordo».
Ma Gianfranco Rotondi, ex-Dc e ora deputato Pdl, chiosa: «Renzi sarebbe il bacio della morte per il Pdl, in quanto democristiano e politico di razza. È l’evoluzione del veltronismo. Anche Walter Veltroni dialogava con Berlusconi e sappiamo come è finita, in questo caso alla formazione comunque comunista dell’ex sindaco di Roma si sostituisce un’astuzia democristiana».