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Ecco perché la Francia di Hollande non cresce più

Standard & Poor’s ha tagliato ancora una volta il rating della Francia da AA+ a AA. Secondo Le Monde, l’outlook francese è passato da negativo a stabile, ma le riforme fiscali, dei servizi e del mercato del lavoro non sono bastate per aumentare le stime sulla crescita. L’agenzia sostiene che il 2016 non sarà un buon anno per la disoccupazione, che rimarrà ancora sopra il 10 per cento.

LA PIAGA DELLA DISOCCUPAZIONE
Sono passati i tempi in cui la Francia aveva superato la crisi. La situazione economica e sociale oggi esaspera i francesi. Soprattutto la classe media e quelli che avevano votato la sinistra. L’economia è ferma, la disoccupazione sfiora il 10,5 per cento e i tagli nel settore industriale sono sempre di più. Le promesse di François Hollande di ridare alla Francia stabilità e giustizia sociale sono scomparse.

Nel suo primo anno di governo, Hollande ha esposto un programma che sembrava socialdemocratico: tagli moderati della spesa, abbinati a un aumento del 10 per cento delle tasse (solo per i più ricchi e le imprese), investimenti nell’istruzione, nuove riforme e una legge sui matrimoni gay.

LA POPOLARITÀ SVANITA
Tutto è cambiato da marzo di quest’anno, quando la popolarità di Hollande è scesa fortemente. I sondaggi hanno rivelato che la classe media è sempre più povera e, per la prima volta dal 1984, durante il 2012 i cittadini hanno perso potere d’acquisto. Allo stesso tempo, la pressione di Bruxelles e Berlino ha costretto il governo francese a programmare tagli per 18mila milioni di euro nel 2014 e aumentare le tasse per tutti.

Secondo Jérôme Fourquet, ricercatore dell’Istituto sociologico Institut français d’opinion publique, “dietro lo scontento generalizzato ci sono dubbi profondi sulla tenuta del modello francese”. In un articolo pubblicato da Le Monde, Michèle Rescourio-Gilabert e Jean-Pierre Basilien, autori di una ricerca sugli stipendi francesi, hanno spiegato che “si è passati da un clima sociale sereno ad uno contraddistinto da rassegnazione e rabbia”.

LA POLITICA FISCALE
A settembre il ministro dell’Economia, Pierre Moscovici, ha riconosciuto che le ultime misure adottate dal governo producevano uno squilibrio fiscale.

Le tasse sono il problema più grande di Hollande. Il governo non riesce a portare avanti tutti i programmi di assistenza sociale, che nei prossimi giorni saranno discussi in Parlamento. Secondo Le Monde, la politica fiscale di Hollande è “poco chiara e anche schizofrenica”. Fino non sono state tenute in conto misure drastiche, ma l’anno prossimo il deficit dell’assistenza sociale sarà di 13mila milioni di euro. Se la situazione sociale ed economica della Francia oggi è difficile, il futuro è ancora più incerto.

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