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Foglio, Giornale, Libero e Tempo. I giornali di centrodestra si ricompattano su Berlusconi decadente

C’è un misto di rabbia e di malinconia crepuscolare nell’affrontare il giorno della decadenza di Silvio Berlusconi da parte dei giornali vicini al centro-destra. Se nell’ultimo periodo le letture della vicenda erano state diverse ed era sembrato di intravedere soprattutto nel quotidiano Libero diretto da Maurizio Belpietro una certa simpatia per gli scissionisti di Angelino Alfano, oggi la solidarietà per il grande leader che viene allontanato dal Parlamento dopo vent’anni è unanime.

IL CREPUSCOLO DISEGNATO DAL FOGLIO
Il Foglio diretto da Giuliano Ferrara parla di “giorno degli sciacalli” e gli dedica un pezzo scenaristico firmato Salvatore Merlo che descrive un Cavaliere “che conserva in tasca una lama di speranza, ‘il voto non è scontato’, dice, lui che si porta addosso come un presentimento di sciagura, quasi una gobba: la decadenza e l’obbligo di servizi sociali riflettono l’immagine della debolezza e della solitudine, dell’ultimo sfregio, la prigione per mano d’un pm in cerca di gloria, d’uno scalpo clamoroso, il suo, l’arresto cautelativo del grande Belzebù d’Italia, del Caimano”.

I KILLER POLITICI DEL CAV. KILLERATI DAL GIORNALE
Più fumantina la prima pagina del Giornale che schiera tutti i “killer politici” di Berlusconi: Giorgio Napolitano, Enrico Letta, Matteo Renzi, il Corriere della Sera, Repubblica, Angelino Alfano (!), Beppe Grillo e Guglielmo Epifani e li chiama “gli illusi” perché un voto di decadenza non può “impedire a Silvio Berlusconi di essere il leader politico di milioni di italiani che sperano ancora in un Paese libero e liberale”, scrive il direttore Alessandro Sallusti che rassicura il leader di Forza Italia: “Sarà dura ma la sua gente non lo lascerà solo. Questo è certo”.

E’ TEMPO DI INDIGNAZIONE
Forte indignazione si registra anche sul Tempo che dedica uno speciale alla “più lunga persecuzione” della storia. Dopo la parentesi di Mario Sechi, che aveva smarcato il Tempo dal berlusconismo duro e puro, il quotidiano torna su posizioni più allineate con Berlusconi sotto la direzione di Gian Marco Chiocci che scrive nel suo editoriale: “I processi Mediaset, Ruby e le telefonate Unipol, con tutto quel coté di follie ad essi collegato, segnano un punto di non ritorno. Consegnano alla storia la viltà di una politica pavida che ha tollerato e permesso a un organo dello Stato di amministrare la giustizia a fini politici”.

LIBERO SI CONCENTRA SULLA MANOVRA
Il quotidiano Libero parla di un “patibolo che questa sera giustizierà Berlusconi” ma il direttore Maurizio Belpietro preferisce concentrare il suo editoriale di prima pagina alla “brutta legge di stabilità, piena di trabocchetti e di tasse contro il ceto medio, una stangata che non poteva in alcun modo ricevere il sostegno di onorevoli che si erano fatti eleggere promettendo una riduzione delle imposte”. E porge la patata bollente ad Angelino Alfano: “Possono votare questa manovra i ministri ex Pdl e ora Nuovo Centrodestra? A voi – e a loro – la risposta”.



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