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In Germania voterei Merkel, ma in Italia alle prossime europee…

Ho più volte ribadito, anche in sedi pubbliche, che se fossi stato cittadino tedesco mi sarei recato sin dall’alba al seggio elettorale per votare a favore della gentile Signora Angela Merkel alle ultime consultazioni politiche svoltesi nel settembre scorso.

Questa affermazione deriva essenzialmente dalla constatazione che la prima donna a ricoprire il ruolo di Cancelliere della Germania sin dai tempi della creazione della nazione ha fatto molto bene gli interessi del proprio Paese come forse pochi altri.

I numeri

I dati macroeconomici sotto gli occhi (e sulle scrivanie) di tutti, gli danno perfettamente ragione: nell’ultimo quinquennio sono aumentati di 1,3 milioni i posti di lavoro, l’inflazione è ai minimi storici (la loro eterna ossessione!), il surplus commerciale estero da record tanto da far impallidire quello della Cina grazie a una valuta, l’euro, sottovalutata di un buon 25% rispetto ai propri fondamentali, capacità d’indebitare lo Stato, il sistema delle imprese e delle famiglie a tassi bassissimi (addirittura negativi se epurati dal saggio dell’inflazione) grazie ai noti problemi degli altri partners che fanno polarizzare gli asset verso la loro finanza come calamite. E come se non bastasse, tutto ciò gli consente di mantenere ben salda la leadership nell’ambito della conduzione politica ed economica della UE.

La grande coalizione

Non tragga in inganno se a 40 giorni dall’esito delle urne ancora non si è insediato il nuovo esecutivo che sarà generato dai nuovi rapporti di forza dopo lo scivolone dell’alleato, ma sarebbe meglio definirla estinzione, dei liberali del Fdp del “simpatico” ex vice-Cancelliere Philippe Roesler. I motivi, sappiamo bene molto diversi dai nostri, sono da ricercare nel pragmatismo e concretezza dei nostri amici tedeschi, il quale piace pianificare le cose per bene e potendo tranquillamente permettersi di definire con tutta calma, anche nei più che minimi dettagli, il programma che il futuro governo metterà in atto con certosina meticolosità (è da crederci) nei prossimi anni, non hanno nessuna fretta visto che alla Merkel succederà la stessa Merkel e la continuità è ovviamente assicurata. Il tempo non è quindi perso, ma necessario ad ottimizzare nel migliore dei modi possibili l’enorme vantaggio che sono riusciti ad accumulare a dispetto della crisi economica conclamata di questi ultimi anni.

L’egemonia tedesca

La Signora Angela e il suo esecutivo, sono così forti che potranno continuare a permettersi d’imporre per molto tempo ancora il modello economico a loro congeniale al resto dell’Unione Europea e poco importa se questo non ha riferimenti nella letteratura economica e non è applicato in nessun altro sistema economico del mondo, l’importante è che supporti in pieno la locomotiva tedesca anche a costo di “appestare” di deflazione ogni angolo d’Europa. Anzi, essere riusciti ad imporre il teorema per il quale il contenimento verso lo zero nei deficit dei bilanci e la riduzione pianificata dei surplus dei debiti pubblici (Fiscal Compact) sia il presupposto per la crescita, gli ha consentito di aumentare in modo esponenziale la propria egemonia, al punto da riuscire “de facto” a governare gli altri Paesi partner tenendoli sotto stretto controllo. Piccola precisazione: c’è ancora qualcuno che pensa che l’Unione Europea avrebbe trasformato il concetto di concorrente in quello di partner? Nei fatti lo ha esaltato con un mercato comune che nei fatti è una farsa!

Letta prono

Non credo sarà sfuggito neanche al più incallito degli eurosostenitori l’abilità con cui la Germania sta costringendo sulla graticola paesi come l’Italia, rei di oltrepassare di un solo decimo di percentuale il sacro muro ancora tollerato del 3% del deficit, dimenticando che proprio loro nel 2002, 2003 e 2005 insieme ai francesi, hanno violato nel silenzio generale il tabù di Maastricht! Le peripezie di Letta, bravissimo nel trovare i più fantasiosi nomi alle stesse tasse, ma totalmente incapace di scrollarsi di dosso la livrea di maggiordomo, prono agli ossequi referenziali nei confronti di una padrona ormai divenuta troppo ingombrante per un paese come il nostro ormai agonizzante, non serviranno a invertire la rotta e a farci risorgere.

La latitanza dei Paesi membri

Il problema è proprio questo: siamo certi che l’origine della situazione di estrema crisi economica che ha investito in modo così devastante gran parte del Vecchio Continente eurodotato sia riconducibile proprio ai comportamenti della Merkel e dei suoi esecutivi? Gran parte della colpa è ascrivibile, e vorrei essere volentieri smentito, alla latitanza dei vari governi degli altri Paesi membri, ad iniziare dal nostro, totalmente incapaci nel proporre alternative al modello tedesco proposto-imposto. L’incapacità della classe politica nostrana nel far valere le ragioni di un Paese, che bene o male rappresenta la seconda potenza manifatturiera d’Europa e terzo contribuente netto nelle casse dell’UE, sta condannando in modo irreversibile l’Italia al ruolo di colonia del Sud.

L’appuntamento delle elezioni europee   

Le elezioni europee nel maggio prossimo saranno l’ultima occasione per gli italiani, e per la maggior parte della cittadinanza europea, per esprimere la loro opinione sull’Europa e sull’euro e per chiarire definitivamente se le politiche dissennate del rigore a tutti i costi, fin ad ora ad appannaggio per l’esclusivo salvataggio del sistema finanziario, ma a totale discapito dell’economia reale e della sopravvivenza dello stesso sistema democratico conquistato con tanti sacrifici, siano le uniche perseguibili.

Basta servilismo e collaborazionismo

Ma essendo un cittadino italiano e pertanto non potendola votare, anche perché preferisco di gran lunga fare gli interessi del mio paese, mi permetto di ricordare alla gentile signora Merkel un semplice suggerimento: non si approfitti troppo del servilismo dei politici europei al limite del collaborazionismo e in particolare di quelli di casa nostra, perché noi italiani abbiamo mille difetti a cui probabilmente non sapremo mai porre rimedio, ma la Storia ha sempre dimostrato che quando siamo umiliati, derisi, in ginocchio all’angolo senza più prospettive, riusciamo sempre a dare il meglio di noi!

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