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Gianfranco Fini e la scuola di politica

Chi non si lasci coinvolgere nel pensiero unico di una sinistra in verità reazionaria e sempre più discutibile quanto a democrazia interna, è seriamente preoccupato di quanto va accadendo nel centro destra, dove ogni giorno salta fuori qualche grillo parlante, come il redivivo Gianfranco Fini, che distribuisce pagelle, compiti esecutivi, scale di valori internazionali. Se tutto viene raccontato giusto per fare notizia, non si rende giustizia alla politica pensata. Se non si ragiona sui rischi che va correndo il sistema istituzionale italiano, tutto può accadere per accidia, per restare muti, ciechi e sordi.

Nei tre o quattro poli sortiti dalle urne è tutto un disordine, un volere l’impossibile senza sapere individuare un minimo di veramente ottenibile. Soprattutto, non si vuole ammettere – per motivi attinenti quasi esclusivamente alle carriere maturate o ambite nelle varie nomenclature – che le divisioni fra partiti e nei partiti stanno confondendo le acque, impedendo che si ricerchino nuove forme di convivenza politica fuori degli attuali schieramenti.

La collocazione internazionale dei gruppi – con chi si sta in Europa – fa esplodere le contraddizioni persistenti soprattutto nel Pd, ma anche nel centro destra (dove stanno ricomparendo, con pretese, i socialisti) o nella destra (dove un Fini ritiene d’essersi convertito in un capofila cristiano-sociale) o nel centro (dove fra montiani, clericali d’accatto e postdemocristiani in perenne pena, tutti si sentono ispiratori di un europeismo d’eccellenza che in verità da tempo non si respira a Bruxelles, e forse neppure si conosce).

Visto che la confusione regna sovrana, che si ha consapevolezza che così non si può andare avanti e si rendono favori enormi all’antipolitica, se qualcuno si decidesse a dire pane al pane e vino al vino, probabilmente si potrebbe recuperare qualche scuola di politica cominciando dall’insegnare agli stessi parlamentari cos’è la democrazia e qual è la varietà di soggetti politici possibili in un’Italia allo sbando.

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