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Gli aiuti alle fonti inquinanti rivelati da Legambiente

Sono nascosti nelle pieghe delle nostre bollette e in emendamenti ‘invisibili’ alle leggi approvate dal Parlamento. Parliamo dei sussidi alle fonti fossili: 12,1 miliardi soltanto in Italia ‘scovati’ da Legambiente in un rapporto che racconta delle risorse “elargite alle fonti killer del clima” che incidono in modo negativo “su ambiente, innovazione, e tasche degli italiani”, contribuendo in modo decisivo ai cambiamenti climatici.

IL PUNTO DI LEGAMBIENTE

Si va dalle centrali a carbone e a petrolio, agli aiuti diretti e indiretti, ad autotrasportatori ma anche a strade ed autostrade, fino ai Cip6 e alle trivellazioni. Legambiente chiede di metterci un punto: chiarezza e decisione “per fermare i cambiamenti climatici; a cominciare dall’eliminazione dei sussidi alle fonti fossili che nel mondo hanno superato i 544 miliardi di dollari”.
Per il vicepresidente di Legambiente, Edoardo Zanchini, “scegliere di cancellarli è una straordinaria occasione. Per questo, chiediamo al Governo Letta il coraggio e la lungimiranza di mettersi a capo di una coalizione internazionale per cancellare questi sussidi e assumere un ruolo da protagonista nel semestre di presidenza dell’Unione europea”. La cancellazione dei sussidi – spiega Legambiente – permetterebbe di “ridurre le emissioni di CO2 di 750 milioni di tonnellate, ovvero il 5,8% al 2020”.

IL CASO ITALIANO

Per l’Italia si parla di “4,4 miliardi ad autotrasportatoti, centrali e imprese energivore, e 7,7 miliardi di sussidi indiretti”, più di 12 miliardi. Tra le voci più importanti di sussidio diretto alle fonti fossili, i trasporti: al settore autotrasporto sono andati dal 2000 al 2013 quasi 5,3 miliardi di euro. Gli sconti sulle tasse per il carburante: “L’Italia nel 2011 ha sostenuto il settore con riduzioni e esenzioni dall’accisa per oltre 2 miliardi”. Poi, i Cip6: complessivamente dal 2001 al 2012 sono stati “regalati 40.149 milioni (nel 2012 alle centrali sono andati 2.166 milioni)”, da qui al 2021 dovrebbero “costare alla collettività altri 4.880 milioni”. Ed ancora, ammontano a 160 milioni i fondi pubblici per le risorse legate al sistema Ets, il meccanismo europeo di scambio delle emissioni.

Ed anche isole come Lampedusa e Pantelleria pagano qualcosa: lì si potrebbe soddisfare tutti i fabbisogni con impianti ‘puliti’, “ma non si può per la condizione di monopolio di cui godono le vecchie centrali”. C’è il capitolo degli sconti ai grandi energivori: “Uno sconto pari a 600,4 milioni l’anno sugli oneri generali di sistema”. Altro sussidio, il servizio di interrompibilità: “Nel 2013 si può stimare in 736,5 milioni”. C’è una forma di sussidio indiretto legato alle infrastrutture: “In Italia la priorità continua ad andare a strade e autostrade. Nel 2012 la spesa è stata pari a 2,4 miliardi, erano 3,3 nel 2011”. Un esempio ancora sono “le irrisorie royalties previste per trivellare in Italia: se le avessimo portate al 50%, nel 2012 ci saremmo trovati invece che 333,5 milioni con 2.859 milioni”.

LE PROPOSTE DI LAGAMBIENTE

Tra le proposte di Legambiente per cambiare lo scenario energetico, c’è “l’eliminazione di tutti i sussidi per le fonti fossili intervenendo da subito su tutte le voci in bolletta legate a fonti assimilate” ed “introdurre una trasparente tassazione” per “spingere innovazione, concorrenza, ed efficienza in termini di emissioni di CO2”.

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