Grazie all’autorizzazione del gruppo Class Editori pubblichiamo il commento del direttore Pierluigi Magnaschi apparsa sul quotidiano Italia Oggi.
Il peso fiscale sulle spalle degli italiani è così pesante da essere diventato intollerabile. Non lo dice solo l’Ocse e lo ribadisce il Fondo monetario internazionale ma lo sentono sulle loro spalle (e nei loro portafogli) tutti gli italiani. Purtroppo, da parte di chi ci governa, non c’è alcun segno di ravvedimento. Tra l’eliminazione degli sprechi nella pubblica amministrazione e l’aumento del peso fiscale, chi ci governa preferisce sempre aumentare le tasse.
Gli uomini di governo, stretti come sono nei due chilometri quadrati del centro di Roma e abituati a girare su auto blindate e con i vetri scuri, non si sono resi conto della rabbia che sta montando nel paese e si comportano come se fossero ciechi. La protesta contro il fisco rapace non è solo italiana. Essa infatti è già esplosa (contro l’aumento del peso fiscale) nella Bretagna, la regione nel Nord della Francia: la protesta spontanea è stata così ampia e minacciosa che Parigi ha subito fatto marcia indietro, congelando l’ultimo balzello.
Anche in Italia, la protesta sta montando (e quello che è sinora avvenuto, non è che un pallido anticipo). Martedì scorso infatti i commercianti ambulanti di Torino hanno bloccato il traffico ferroviario per protestare contro l’aumento della Tares, la tassa sui rifiuti. Ma il governo continua a fare il gioco delle tre tavolette, sperando che i contribuenti siano degli sprovveduti che possono essere presi per il naso. Ieri ItaliaOggi ha fatto uno scoop, scoprendo che, mentre si è approvata l’abolizione dell’Imu sulla prima casa, il gettito dell’Imu è aumentato del 32%. La pubblica amministrazione, quindi, da una parte dice di ridurre selettivamente un’imposta e, dall’altra , grazie al gioco delle aliquote manovrate allegramente dagli enti locali, le aumenta. Le rivolte contro l’imposizione fiscale rapace, sono state, spesso, in passato, alla base delle rivoluzioni. È questo che cerca Saccomanni quando, incurante, del già avvenuto aumento del gettito dell’Imu, reclama la sua estensione anche alla prima casa mentre non riesce a far costare, in tutt’Italia, una siringa o un’operazione standard, al livello praticato nella regione più efficiente? Se non ci riesce, che cosa ci sta a fare?