Mentre in Italia si discute di introdurre un “reddito di cittadinanza” o un più generico “sussidio/sostegno alla povertà”, in Germania s’inizia (in modo non ufficiale) a metterlo in discussione.
Complice, probabilmente, il forte flusso d’immigrazione proveniente dai Paesi del Sud Europa: Italia, Grecia e Spagna in particolare. In un articolo che ho recentemente pubblicato su neodemos.it, infatti, ho presentato la condizione “micro” degli italiani a Berlino. Negli ultimi 2 anni, infatti, la popolazione italiana è aumentata esponenzialmente, specialmente giovani istruiti “fuggiti” dall’Italia in cerca di una nuova vita.
Il problema di Berlino, però, è che è la città sì più economica e conveniente, ma anche la più povera e quella con il tasso di disoccupazione più alto della Germania. Moltissimi, infatti, vivono di sussidi, di sostegni dati dallo Stato. Il problema di questo meccanismo di sovvenzionamento, come accade un po’ ovunque, è che all’idea originaria, positiva e senza dubbio necessaria, seguono sciacallaggi. Coloro che approfittano, che in sociologia ed economia chiamiamo problema del free rider, colpiscono mortalmente questo sistema di incentivi e sostegni: l’abuso distrugge il diritto e ovviamenter lo Stato deve intervenire per poter bloccare quelli che non dovrebbero accedere a tale sistema e che infrangono le regole: è questione di trasparenza e rispetto, di legalità e di giustizia sociale.
Der Spiegel oggi, pubblica la notizia, per i tedeschi shock, che la Germania verificherà le transazioni eBay degli utenti che percepiscono il sussidio (Arbeitslosengeld II o Harzt IV ) per vedere se ci sono redditi integrativi che comporterebbero la decadenza immediata dell’erogazione dello stesso.
I sistemi di incentivo sono importanti per combattere l’esclusione sociale, occorre però che, a fronte di un supporto e di un gesto di generosità da parte della collettività, gli individui si dimostrino consapevoli e responsabili, che riconoscano l’importanze delle regole. Questa è una questione di civiltà e di educazione civica, un grande problema in Italia per esempio. Dove l’individuo e il gruppo non arrivano, ci deve pensare lo Stato con regole chiare, con controlli ferrei, con rigore delle procedure (che devono essere però snelle e comprensibili). Un diritto di questo tipo si acquisisce, ma a date regole. Poi deve poter essere rimosso se l’individuo non le rispetta.
Ci sono diritti e diritti, occorre essere chiari su questo. Affinché non ci siano (pochi) abusi che poi penalizzano la collettività e le persone che versano effettivamente in una condizione di bisogno e che si impegnano per emanciparsi da tale situazione.
Approfondimento
L’Arbeitslosengeld II è una forma di sussidio o sostegno offerto a quelle persone che non hanno un lavoro e che sono a rischio di esclusione sociale. Questo sussidio si distingue dall’Arbeitslosengeld I perché è rivolto a tutti, a prescindere dal fatto di aver o meno lavorato nell’anno precedente alla richiesta. In base all’ultimo rapporto nazionale (2012) sull’Arbeitslosengeld II risulta che 3 beneficiari su 5 non sono disoccupati, ossia non accedono a questo servizio dopo il periodo di disoccupazione previsto (1 anno) con l‘Arbeitslosengeld I.
In numeri assoluti, i destinatari dei sussidi di disoccupazione e di “cittadinanza” (lo definisco così, anche se non è formalmente corretto) sono 5,360 milioni alla fine del 2012. Di questi, 829.000 percepiscono l’indennità di disoccupazione e 4.615.000 percepiscono invece l’Harzt IV. Di questi 1.992.000 (43%) sono persone che dopo 1 anno di disoccupazione non hanno trovato alcuna nuova posizione lavorativa, mentre 2.623.000 sono persone che non hanno lavorato nell’anno precedente. Questa componente si struttura come segue:
633.000 lavoro non sovvenzionato
512.000 sono coloro che frequentano una corso di aggiornamento professionale
258.000 sono i prepensionamenti
636.000 sono studenti, frequentatori di corsi professionalizzanti e così via.
584.000 sono persone impossibilitate per ragioni di salute al lavoro
Grafico.2. I percettori di sussidi in Germania