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Su Impregilo giustizia è sfatta

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class, pubblichiamo il commento di Sergio Luciano uscito oggi sul quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi

Siamo mitridatizzati, purtroppo. E non è un bene. La malagiustizia ci ha come intorpiditi, assuefatti. Non ci indignamo più. Eppure: altro che spread Btp-Bund. I casi come quello dell’Impregilo, e dei suoi vertici, scagionati dopo otto anni tra indagini e processo «perché il fatto non sussiste» da un cumulo di accuse infamanti e paralizzanti dovrebbero scatenare delle rivolte. Infangano l’immagine dell’Italia nel mondo. Se esistesse una Confindustria dovrebbe scendere in piazza, Invece, non accade più niente di tutto questo. Torpore generale.

In questo senso è davvero emblematica l’assoluzione dell’ex presidente della Regione Campania Antonio Bassolino, ormai un «rottamato» della politica italiana, il che in senso politico non è neanche una perdita, di Piergiorgio Romiti, ex amministratore delegato di Impregilo, e di un pugno di altri top manager. Niente prescrizione, sono stati tutti assolti con formula piena. Peccato che l’accusa era per illeciti gravissimi – frode in pubbliche forniture, truffa e falso – nella gestione dell’appalto per lo smaltimento dei rifiuti in Campania.

E che l’impasse causata dalle indagini all’azienda milanese, che aveva vinto la gara, ha avuto impatti gravissimi e diretti sull’«emergenza rifiuti», quella che ha fatto ridere e indignare mezzo mondo sull’arretratezza italiana per le montagne di «munnezza» iperfotografate e cineriprese a Napoli; peccato che il sequestro cautelativo di 750 milioni di euro disposto dalla magistratura a Impregilo ha rischiato seriamente di farla «saltare«. Insomma, un disastro. E oggi, un «come non detto». Senza nemmeno le scuse. E senza alcun esito risarcitorio per gli infangati – persone fisiche e giuridiche – né sanzionatorio per i protagonisti di questa incredibile filiera di errori.

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