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Il senso politico delle mosse di Barroso su Germania e Italia

“Penso che sia importante evitare che qualunque instabilità politica metta a repentaglio le riforme”. Questo l’avvertimento di ieri del presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso. “Alcuni progressi sono stati fatti, ma come si è visto in questi ultimi mesi e settimane, quando si era creata una percezione di instabilità politica l’Italia ha immediatamente dovuto pagare un prezzo” sui mercati, ha spiegato Barroso.

Sull’Italia, ma anche in generale sull’euro-zona, ci sono segnali di ripresa ma il rischio c’è ancora. “I mercati si sono stabilizzati ma restano vulnerabili”, ha detto il presidente della Commissione durante la conferenza stampa di presentazione del semestre Ue.

IL PESO DELLE PAROLE
Secondo Giampiero Gramaglia, giornalista, già direttore dell’Ansa, ora a EurActiv.it e consigliere per la comunicazione dell’Istituto Affari Internazionali, le indicazioni della Commissione europea hanno due valenze e un unico significato simbolico. “Da una parte c’è l’interesse di Bruxelles di essere forte con i forti, dopo le accuse di essere stato forti con i Paesi deboli e debole con i Paesi forti. Annuncia provvedimento nei confronti della Germania e di avere sotto controllo 16 economie deboli. Queste sono solo annunci declaratori perché la Commissione europea ha sempre osservato e avuto procedure di controllo verso questi Paesi”, ha detto Gramaglia. Per quanto riguarda la Germania, “essere stati troppi bravi è anche un motivo per essere sotto accusa”, ha aggiunto.

LA STESSA PREOCCUPAZIONE PER L’ITALIA
Sull’Italia Barroso ha detto che “alcuni dei rischi che esistono sono politici, ma la buona notizia è che quando si percepisce l’impegno del governo ad andare avanti ci sta un immediato riconoscimento (dei mercati, ndr)”. Ma secondo Gramaglia non c’è nessuna novità dietro a queste parole. “Il discorso di ieri è nella linea di sempre. Costantemente si dice che l’Italia va bene sui conti pubblici, nel contenimento del deficit ma non sulla riduzione del debito né sul recupero della competitività. Bisogna tenere la guardia alta ancora”, ha detto.

LE POSSIBILI CONSEGUENZE
Si sa che a Bruxelles sono preoccupati da alcuni provvedimenti della legge di stabilità che potrebbero fare perdere di vista gli obiettivi finali. “Da questo processo di osservazione ci potrebbero essere nuove misure. La richiesta di modifica o intervento su alcuni punti della legge di stabilità se i conti non dovrebbero tornare”, ha spiegato Gramaglia. Anche questa volta, la soglia del 3% del deficit è la prova finale.



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