Multinazionali e comunicazione sociale. Un binomio che molto spesso dà vita a iniziative importanti e lodevoli. Stavolta, a stupirci favorevolmente sono Gucci e Discovery Channel. In occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, verranno trasmessi in esclusiva su Real Time – molto attento al target femminile, fetta importante del suo audience – gli spot della campagna “Chime for Change”, iniziativa promossa dalla maison di alta moda e lusso per raccogliere fondi e promuovere istruzione, salute e giustizia per le ragazze e le donne di tutto il mondo.
Il 25 novembre, ogni programma in palinsesto RT sarà intervallato dallo spot da 30 secondi che avrà come protagoniste le star “supporter” della campagna che la presenteranno e ne annunceranno gli obiettivi. Ma l’iniziativa di “Chime for Change” per le donne non si fermerà con lo scoccare della mezzanotte del 26 novembre. Nei due giorni successivi, infatti, saranno on air alcuni mini-spot da 10 secondi in cui saranno i volti e le voci di Beyoncè, Olivia Wilde, Gwyneth Paltrow e Julia Roberts che chiederanno “un cambiamento” in nome delle loro mamme, figlie, nonne, simbolo di un riscatto globale per le donne.
Con la campagna “Chime for Change”, fondata da Gucci nel febbraio 2013 e sostenuta da Catapult, (il primo sito interamente finanziato dalla gente comune in cui ogni partecipante può fare la differenza per le donne), si sono raccolti ad oggi oltre 3 milioni di euro per sostenere più di 260 progetti in 81 Paesi, con 87 partner no-profit. Gucci ha, inoltre, recentemente annunciato una collaborazione con Twitter per presentare “Chime Hack”, un hackathon finalizzato a creare applicazioni per smartphone e tablet mirate al sostegno del genere femminile. La manifestazione, nata da uno scambio di cinguettii tra Frida Giannini, direttore creativo di Gucci e fondatrice di “Chime for Change”, e Adam Messinger, CTO di Twitter, avrà inizio il 5 dicembre 2013 durante la conferenza di TEDWomen, con un evento privato sul social network di Jack Dorsey che durerà tre giorni.
Della serie, quando la comunicazione d’impresa fa (davvero) del bene.
di Alma Pantaleo
