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La mappa del risparmio, paese per paese. Report di Roland Berger

Chi ha tanta forza da governare l’economia dell’intera Europa? Strano a dirsi, è il soggetto più vessato dalla crisi infinita, i piccoli risparmiatori. Parola della società di consulenza strategica Roland Berger che spiega perché e come le banche ne dovrebbero approfittare.

LA RISORSA RISPARMIO CONTESA DA BANCHE E STATI

“Le famiglie dell’Unione europea possiedono l’impressionante cifra di 8.500 miliardi di euro in depositi – un terzo di tutta la ricchezza finanziaria – spiegano gli analisti di Roland Berger – Nonostante i rendimenti reali di questo tipo di investimenti in alcuni Paesi abbiano perso fino la 6%, l’appetito dei risparmiatori continua ad aumentare”. Ma il rischio, essendo la posta in gioco così alta, è che le banche si lascino soffiare il tesoretto dai governi (cosa che in parte già sta accadendo).

I CONSIGLI ALLE BANCHE

Roland Berger suggerisce quindi agli istituti di credito di imparare a profilare la clientela retail e di studiare i flussi di liquidità sia tra prodotti della propria banca che verso banche diverse, mediando fra tre diverse esigenze: la stabilità dei depositi, la redditività e la fidelizzazione dei clienti. Ai risparmiatori nessuno suggerisce nulla, ma ritirare tutti i risparmi e optare per il vecchio caro materasso sarebbe una bella occasione per dimostrare chi ha il coltello dalla parte del manico.

I NUMERI DEI DEPOSITI

Ma andiamo con ordine. “Gli 8500 miliardi in depositi – si legge nel report della società di consulenza – sono un terzo di tutti i risparmi delle famiglie europee, che ammontano all’11% del reddito disponibile”. La crisi, però, ha spinto le famiglie a risparmiare di più e a contrarre meno debiti e nella maggior parte dei Paesi i depositi sono cresciuti di almeno il 30% dal 2003, perché gli investimenti rischiosi, in azioni o fondi hanno iniziato a far paura davvero.

LE MAPPA DEI TASSI PAESE PER PAESE

Questa crescita dei depositi è tanto più notevole in quanto i depositi attualmente offrono rendimenti negativi in termini reali, in molti paesi, tra cui Francia, Germania, Belgio, Italia e Regno Unito. In alcuni altri, come la Spagna, l’Olanda e la Francia, i tassi di interesse sui depositi fanno poco più che compensare l’inflazione.

LA GEOGRAFIA DEL RISPARMIO

In generale, le famiglie europee orientali e meridionali investono più del 40% delle loro attività finanziarie in depositi, mentre le famiglie del Nord Europa investono meno del 20%. E, più alto è il reddito disponibile, minore è la quota dei depositi, perché i ricchi preferiscono  prodotti di investimento avanzati. La famiglia media svedese, per esempio, ha tenuto in depositi solo il 18% dei suoi 22.000 euro; i cechi la metà di 14000 euro di reddito disponibile. Ancora, più è necessario risparmiare per la pensione, meno è probabile che si investa in conti di deposito.

OPPRESSIONE FINANZIARIA

La posta in gioco è alta e al gioco partecipano anche i governi, sia perché i depositi aiutano a stabilizzare le strutture delle banche e quindi riducono il rischio di salvataggi di Stato, sia perché si tratta di una fonte primaria di finanziamento anche per il debito sovrano. In terzo luogo, in attesa una decisione in merito al sistema europeo di garanzia dei depositi, la maggior parte dei governi nazionali si garantiscono i depositi fino a 100.000 euro. I governi per avere accesso a questa immensa fonte di finanziamento hanno introdotto anche controlli sui prezzi (come la Spagna o il Belgio), controlli sulle esportazioni dei depositi (Cipro è l’esempio lampante), o emesso prodotti di deposito: la Francia è la pioniera con il Livret A, ma anche il Belgio l’ha seguita nel 2013. L’uso dei depositi per coprire il debito, accompagnato da bassi tassi di interesse, prende il nome, significativo, di “oppressione finanziaria”.

MANNA PER LE BANCHE

La crisi e i regolamenti che ne sono derivati hanno costretto gli istituti di credito europei a riabbracciare il loro modello tradizionale core business, in cui i depositi rappresentano la principale fonte di finanziamento (oltre il 50 % delle passività). Prima della crisi, i prestiti interbancari stava crescendo in importanza. Poi il regolatore, con Basilea 3 ha legiferato a favore dei depositi di cui le banche sono tenute a dimostrare la stabilità, rispettando parametri come il Liquidity Coverage Ratio (Lcr) e il Net Stable Funding Ratio (NSFR). Così la dipendenza delle banche dal finanziamento interbancario è sceso dal 19% del 2007 al 12,4% nel 2012 . Questo è stato in parte compensato da un incremento dei depositi al dettaglio di 2.393 miliardi di euro nello stesso periodo. E le banche sono disposte a pagare i depositi più dei prestiti interbancari, per garantirsi stabilità e il trattamento favorevole previsto da Basilea.

ATTIVO VS. PASSIVO

Prima del 2009, le banche principalmente concentrato i loro sforzi sul lato dell’attivo, nella speranza di ottenere i massimi rendimenti possibili . E non hanno tecniche avanzate simili sul lato delle passività, che oggi sono il fattore determinante di ricavi, profitti e potenziale di crescita.
L’occasione è ghiotta, tutto sta a sapersi innovare per riuscire a coglierla.



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