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La penosa bufera a 5 stelle sulla Cavour

Le polemiche innescate dall’interrogazione parlamentare di Sel in merito al viaggio della portaerei Cavour dimostrano una volta di più la fragilità della società politica italiana nell’affrontare e discutere cosa significhi essere un Paese occidentale moderno e democratico.

Ha perfettamente ragione il Capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio De Giorgi, a definire strumentali le polemiche stesse, non per il fatto che si debba negare la possibilità (sacrosanta) di chiedere chiarimenti in sede parlamentare, ma per i contenuti disinformativi utilizzati ed amplificati da buona parte del sistema mediatico che fa apparire le posizioni più estreme molto più consistenti della realtà.

Ancora una volta va rimarcato che un’iniziativa come quella del viaggio della Cavour non solo è legittima, ma indispensabile per ragioni operative e di politica estera, nonché utilissima per promuovere prodotti e tecnologia italiana.

Inoltre è fondamentale sottolineare l’importanza economica e strategica di poter offrire sui mercati internazionali sistemi di difesa e di sicurezza realizzati con le nostre tecnologie (e non stiamo parlando di mine o armi chimiche) senza dimenticare che l’impianto legislativo italiano prevede un controllo totale del Parlamento per ogni tipo di eventuali esportazioni.

In questo scenario, obiettivamente, non ci viene altro aggettivo che “strumentale” per definire le diverse prese di posizione di esponenti di Sel e di 5 stelle che evidentemente cercano visibilità su tematiche che immaginano trovino spazio.

Forse è venuto il momento per il centrosinistra italiano di cogliere quest’occasione e di fare chiarezza. Inutile continuare a preoccuparsi dei movimenti a sinistra e rincorrerli su posizioni che gran parte dell’elettorato moderato del nostro Paese non condivide e senza il quale non si può governare. Si abbia il coraggio di chiarire su questo, come su altri temi sensibili, le proprie posizioni, senza ricorrere al metodo dell’acquisizione del consenso a breve.

Bisogna riflettere sul ruolo delle Forze Armate, dell’industria della Difesa, degli investimenti in tecnologia. Tutti elementi di quel sistema Paese che dobbiamo rinforzare nel mondo, non per spirito neocolonialistico, che non ci appartiene, ma per costruire un futuro in cui sicurezza, rapporti internazionali, equilibri, difesa della pace possano essere variabili fondamentali e direttamente correlate all’efficacia del nostro sistema Paese stesso.

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