BCE, Federal Reserve e Bank of Japan continuano a seguire politiche monetarie iperespansive.
La BCE presumibilmente manterrà tassi ultra-compressi per tutto il 2014 (come confermato
dall’ultimo taglio dei tassi), fino al termine dell’Asset Quality Review. Lo spettro della
deflazione aumenta la possibilità di tassi bassi a lungo.
La Fed potrebbe tentare un primo rientro del cosiddetto “quantitative easing” dal secondo
trimestre del 2014, ma con difficoltà, anche tenuto conto della rilevante leva finanziaria di
molti hedge fund e delle difficoltà di Wall Street.
La Bank of Japan continuerà per tutto il 2014 a sostenere l’economia con iniezioni
straordinarie di liquidità e tenterà di svalutare lo yen in un’area di 120 yen per dollaro.
QUALCHE DOMANDA
Sorge una domanda: siamo arrivati in una situazione di “trappola della liquidità”? Ovvero
una situazione in cui:
1) I tassi sono talmente bassi al punto che la propensione all’investimento si riduce, i
risparmiatori aumentano la giacenza di c/c e gli strumenti di liquidità in portafoglio?
2) La politica monetaria diventa inefficace: eventuali ulteriori tagli dei tassi di
interesse ufficiali non attivano il circolo virtuoso di maggiori investimenti, maggiore
occupazione, maggiori consumi?
Non ancora.
L’asta dei BTP a lungo termine ha confermato la richiesta di carta in conto titoli. Tuttavia, la
leva della politica monetaria esplica il suo potere sono in direzione dell’evitare la crisi (vedi
LTRO), non più in direzione della crescita economica. Se il mercato non è quindi caduto
nella situazione tecnica della “trappola della liquidità”, tuttavia le banche centrali sono
fortemente ingabbiate in questo schema.
Il periodo dei tassi (reali) a breve negativi o nulli (Euribor a 6 mesi a quota 0,35%, a fronte di
un tasso d’inflazione al consumo dell’Area Euro sceso allo 0,7%) durerà a lungo.
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