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Le nuove sfide della Georgia

La Georgia ha davanti a sé nuove sfide da affrontare. Per riuscire a mantenere gli equilibri e la crescita economica è necessario sostenere la stabilità politica. Gli ultimi mesi sono stati però tutt’altro che normali. Alcuni cambiamenti nei vertici politici hanno compromesso le alleanze sulle quali si regge l’attuale governo.

Ad ottobre il candidato della coalizione “Sogno georgiano” Giorgi Margvelashvilic è stato eletto presidente con il 62% delle preferenze. L’altro candidato, Davit Bakradze, ha ottenuto il 20% grazie al sostegno del presidente uscente Mikheil Saakashvili.

LE COLPE DI SAAKASHVILI
Secondo uno studio recente di Sace, “la vittoria di Margvelashvilic chiude la cosiddetta ‘era Saakashvili’. Il presidente uscente aveva preso il potere in seguito alla ‘rivoluzione delle rose’ del 2003, avviando la transizione democratica del paese”. L’analisi spiega il calo dei consensi dell’ex presidente si deve alla progressiva involuzione autoritaria dei vertici politici, la responsabilità nel conflitto del 2008 con la Russia e frequenti casi di corruzione.

LE DIMISSIONI DEL PREMIER
Il premier Bidzina Ivanishvili ha rassegnato le dimissioni a fine ottobre. Quando l’imprenditore è stato nominato primo ministro aveva detto di ritirarsi una volta garantiti l’assetto politico democratico e la stabilità economica del paese. “Il premier uscente ha indicato come suo successore l’ex ministro dell’interno Irakli Garibashvili, collaboratore di Ivanishvili prima del suo ingresso in politica e proveniente della medesima coalizione. La nomina è stata votata dal Parlamento con un’ampia maggioranza”, ha spiegato Sace.

IL FUTURO DELLA COALIZIONE
Dopo le dimissioni di Ivanishvili il futuro della coalizione “Sogno georgiano” è incerto. L’alleanza è incentrata sul carisma personale e sulle risorse finanziarie del suo fondatore. “L’uscita di Ivanishvili dallo scenario politico potrebbe determinare uno sfaldamento della coalizione e il venir meno del supporto dei partiti al governo”, ha scritto Sace.

LE RIFORME PROMESSE
L’agenda politica della Georgia ha una serie di riforme che sono state rimandate a causa delle differenze tra le due forze parlamentarie che c’erano fino adesso. Il rapporto Sace sostiene che questi cambiamenti sono: l’implementazione dei programmi di sviluppo del settore agricolo, la revisione del quadro normativo per favorire gli investimenti privati, la riforma del mercato del lavoro e l’approvazione degli stanziamenti di budget per progetti infrastrutturali.

I RISCHI ECONOMICI
La stabilità politica è necessaria per garantire la crescita economica. Negli ultimi cinque anni la Georgia ha saputo compiere nuovi progressi in questo senso, ma entro la fine dell’anno il nuovo governo dovrà affrontare nuovi accordi con l’Europa e l’ingresso di investitori stranieri.

I RAPPORTI CON LA RUSSIA
Lo studio Sace ricorda che l’arrivo del nuovo presidente potrebbe aiutare i rapporti con la Russia, avviati con Ivanishvili ma ostacolati durante la gestione di Saakashvili: “La possibile apertura delle relazioni diplomatiche e commerciali potrebbe avere un impatto positivo sul flusso di esportazioni georgiane (dal 2006 le principali esportazioni georgiane in Russia, tra cui acqua, vino e prodotti agricoli, sono state bloccate formalmente per motivi sanitari).

EFFETTI SULLE AZIENDE
Le conseguenze dell’avvio di queste riforme sono di diversa natura. Da una parte, il ripristino degli scambi commerciali con la Russia potrebbe determina un aumento della domanda di beni agroalimentari. Da un’altra, la Georgia ha le risorse sufficienti per avviare grandi opere infrastrutturali. L’analisi di Sace assicura che “gli investimenti su cui sono spesso presenti organizzazioni finanziarie internazionali come la World Bank, avranno un impatto positivo sulla domanda di macchinari e servizi collegati al settore delle costruzioni”.



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