L’ultima sparata di Silvio Berlusconi (“I miei figli come gli ebrei sotto Hitler”, catturata da Bruno Vespa nel suo ultimo libro e prontamente rilanciata alle agenzie, non raccoglie la difesa unanime dei giornali vicini al centro-destra.
La lettera di Bechis
È Libero a discostarsi dal Cavaliere con la lettera pubblicata oggi, a firma di Franco Bechis. Il vicedirettore del quotidiano ripercorre la storia dei suoi parenti di origini ebraiche per dire al leader del Pdl che questa volta, sì, ha davvero esagerato: “Una sciocchezza assoluta, un paragone improponibile, una frase che è perfino difficile immaginare possa sfuggire a un leader politico in sella da venti anni, che è stato tre volte presidente del Consiglio”, sbotta il giornalista che consiglia a Berlusconi di chiedere scusa.
Libero anti Cav.?
Su Formiche.net abbiamo osservato come anche nello scontro falchi-colombe nel Pdl, il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro tenda a stare dalla parte di Angelino Alfano e dei filo-governativi. E ancora, sul caso Cancellieri, Libero si è discostato dalla linea ufficiale del partito che ha difeso il ministro. Per Belpietro, la Guardasigilli avrebbe dovuto dimettersi.
Come Caporetto per Sallusti
Posizione molto più innocentista quella cavalcata dal Giornale. E anticipata dal direttore Alessandro Sallusti ieri alla Zanzara: “Se uno offende è un conto ma questo è un paragone, come quando diciamo “mi hanno messo in croce”, oppure “quella sconfitta è stata una Caporetto. E` un modo di dire”, ha detto il giornalista, facendo sobbalzare sulla sedia molti ascoltatori, che hanno prontamente riversato il loro sdegno su Twitter.
Una lettura della vicenda ripresa oggi dal quotidiano che preferisce aprire sulla presunta infrazione stradale della “moglie furbetta” di Matteo Renzi e dedicare all’ennesima gaffe berlusconiana un commento di Paolo Guzzanti che giustifica l’uscita del Cav.: “Basta essere intellettualmente onesti per riconoscere che una tale sensazione è perfettamente comprensibile e condivisibile”, accusando “la sinistra dell’odio” di linciarlo.
Il Foglio preferisce invece sorvolare completamente sulla vicenda.