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Maretta in casa Repubblica sul caso Cancellieri?

Repubblica batte con durezza sul caso Anna Maria Cancellieri. Anche oggi il quotidiano diretto da Ezio Mauro dedica la sua apertura al ministro della Giustizia che domani dovrà spiegare al Parlamento perché è intervenuta per far scarcerare Giulia Ligresti.

Pagine su pagine per raccontare quello che il vicedirettore Massimo Giannini chiama “il romanzo del potere” in cui “il movente che ha spinto il ministro a sollecitare la scarcerazione di Giulia Ligresti non sembra il ‘volto umano della giustizia’, ma semmai la faccia complice dell’amicizia”. Evocando di fatto una via d’uscita auspicabile per il Guardasigilli: quella delle dimissioni, come suggerito da giorni dal quotidiano del gruppo Espresso anche con editoriali non firmati.

Un battere però che non sembra raccogliere consenso unanime a Largo Fochetti. Alcune delle firme più importanti del gruppo Espresso si discostano infatti dalla bocciatura senza appello del ministro e dalla “zona grigia” che questa vicenda rappresenta secondo Repubblica.

Nessuna colpa secondo Gad Lerner

Gad Lerner pubblica un post sul suo blog in cui dice di non vedere “di quale colpa si sarebbe macchiata” la Cancellieri. Per il giornalista e saggista, si possono muovere “rilievi critici di opportunità al comportamento della Cancellieri” o “manifestare fastidio per l’ambigua trasversalità dell’establishment italiano in cui da funzionaria pubblica lei è da sempre abituata a muoversi” ma il suo caso non può essere paragonato agli altri due tirati in ballo in questa storia: né al Ruby-gate né ai guai con il fisco che portarono l’ex ministra Josefa Idem a dimettersi.

Onida difende il ministro sul Corriere

Il presidente emerito della Corte costituzionale Valerio Onida sceglie il Corriere della Sera per dire come la pensa. Certo, la sua è una sorta di replica all’articolo di Luigi Ferrarella ma è indicativo il fatto che la sua idea non corrisponda a quella di Repubblica, con cui pure il giurista ha condiviso tante battaglie. Onida infatti scrive: “Se una ministra si attiva per far sì che l’amministrazione cui è preposta sia attenta alle condizioni di salute di una detenuta, che effettivamente meritavano attenzione, come dimostra il seguito della storia, ebbene, essa merita elogi, non critiche e richieste di dimissioni”. E ancora, sembra bacchettare il giornale per cui tante volte ha scritto quando afferma: “Nulla è così insopportabile come l’abitudine, purtroppo non poco diffusa, a prendere posizione e iniziative in base ad un puro interesse o pregiudizio di parte, oscurando il merito delle questioni in campo”.

Via Solferino imbarazzata?

Curiosa poi la decisione di via Solferino di mettere a pagina 39, senza neanche un richiamo in prima pagina, l’intervento del famoso giudice, nota qualche osservatore malizioso. Il quotidiano diretto da Ferruccio de Bortoli sembra non voler cavalcare più di tanto la vicenda, relegandola a pagina 10.

Scalfari dimentica Cancellieri

Tornando a Repubblica, c’è un’altra stranezza saltata agli occhi dei più maliziosi. Mentre il quotidiano porta avanti una linea oltranzista verso la Guardasigilli, il suo fondatore Eugenio Scalfari non dedica neanche una riga del suo consueto editoriale domenicale al presunto scandalo. Perché? Non sarà che per caso il “padre” di Repubblica condivide la posizione di Giorgio Napolitano che per il momento tace, confidando forse che anche questo polverone passi senza lasciare tracce sul governo Letta?



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