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Caso marò, ecco le ragioni economiche che porteranno alla svolta

“Mi informano che l’audizione dei quattro marò si è conclusa. Siamo sulla strada giusta per chiudere questo incidente con l’India”, ha detto il ministro degli Affari esteri, Emma Bonino, durante un forum con i giornalisti del Corriere della sera pubblicato oggi. Poche parole sulla vicenda ma rassicuranti. Dopo un anno e 9 mesi, il caso di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone potrebbe essere ad una svolta.

L’OTTIMISMO DI EMMA BONINO
Secondo la Bonino, l’India ha tutto l’interesse a chiudere presto il caso dei fucilieri italiani detenuti con l’accusa di aver ucciso due pescatori nello stato del Kerala. Ma anche “l’Italia conta di chiudere presto l’incidente e rilanciare i nostri rapporti commerciali con l’India, un Paese che non possiamo perdere”, ha spiegato il capo della Farnesina. Il ministro si è impegnato a non alimentare polemiche sul caso fino a quando i marò non saranno tornati in Italia. Si attende che da un momento all’altro la polizia investigativa indiana possa chiudere il caso.

GLI INTERESSI DELL’INDIA
Quando il governo italiano aveva deciso di far rientrare in India Latorre e Girone dopo il permesso per le festività natalizie nel 2012, l’Hindustan Times aveva scritto: “Roma potrebbe aver realizzato che una sua decisione di trattenere i marò nella Penisola sarebbe stata controproducente; un ridimensionamento dei rapporti avrebbe colpito duramente l’Italia”, mentre il Times of India si chiedeva se la decisione di mantenere la promessa non fosse stata influenzata dagli interessi commerciali tra i due Paesi.

Secondo un rapporto citato dal Times of India, negli ultimi 20 anni l’interscambio tra l’Italia e l’India è cresciuto di dodici volte. Lo scontro per il caso dei due marò ha contratto questi affari del 17,7% all’inizio del 2012, oltre a provocare una riduzione delle esportazioni italiane pari all’11% e una diminuzione delle importazioni dall’India del 22%.

INTERROGATORIO CHIAVE
Ieri si è tenuto un interrogatorio in videoconferenza di quattro fucilieri della Marina che erano a bordo della Enrica Lexie il giorno in cui sono stati uccisi i pescatori indiani. Secondo il sito della Farnesina si tratta di Massimo Andronico, Alessandro Conte, Antonio Fontana e Renato Voglino. I testimoni sono stati ascoltati singolarmente dall’ambasciata indiana in Italia, dove sono stati accompagnati dall’inviato del governo italiano Staffan De Mistura. Queste dichiarazioni sono importanti perché dalle perizie balistiche risulta che i proiettili trovati nei corpi delle vittime non sarebbero compatibili con i fucili Beretta usati dai due marò.

L’AUGURIO DI LETTA
Dopo l’interrogatorio, il presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha confermato l’importanza della giornata. “Si tratta di uno sviluppo significativo in vista della conclusione delle indagini. Continueremo a lavorare, passo dopo passo, con massimo impegno e determinazione, fino alla conclusione positiva di questa vicenda”, si legge in un comunicato stampa di Palazzo Chigi.

LE RIVELAZIONI
Uno dei principali responsabili della gestione sbagliata del caso dei marò è, a detta di molti osservatori, l’ex ministro Giulio Terzi di Sant’Agata. Ma la vicenda è piena di lati oscuri. Uno strumento utile per capire alcuni elementi di una delle débâcle della diplomazia italiana negli ultimi anni è il libro “I due Marò. Tutto quello che non vi hanno detto” di Miavaldi Mattero (Edizioni Alegre, 2013). L’autore vive in Bengala ed è caporedattore per l’India del quotidiano online China Files. Il libro ricostruisce i singoli passaggi della storia iniziata il 15 febbraio 2012 e s’imbatte in ricostruzioni inventate, notizie nascoste e doppie versioni.

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